L’anticipo di sabato sera alle 20.45 pone di fronte il Parma di Pecchia, privo della sua stella Bernabè per almeno fino alla fine dell’anno, e l’Atalanta di Gasperini, che sta riprovando l’ebbrezza di stare ad altissima quota. I bergamaschi hanno vinto le ultime 6 di Serie A e l’unica volta in cui hanno fatto meglio è stata tra febbraio e luglio 2020 (9); tra le squadre dei top 5 campionati europei in questa stagione solo il Barcellona è arrivato a 7 di fila. Parma (58) e Atalanta (51) sono le due squadre che hanno tentato più tiri nel corso della prima mezz’ora di gioco in questo campionato; nello specifico infatti, le due formazioni hanno messo a segno rispettivamente 7 e 10 reti in questo intervallo di gioco (il dato dei bergamaschi è il migliore del torneo).
I padroni di casa si schiereranno con il consueto 4-2-3-1. Con l’infortunio di Bernabè (uscito al 17′ nell’ultima sfida contro il Genoa) si perde molta qualità in mezzo al campo (miglior centrocampista della rosa per % passaggi riusciti con 84% e 3° migliore in assoluto nei parmensi), varietà di giocate illuminanti (2° tra i crociati per passaggi con chiave con 19, davanti a lui solo Man), ma anche sostanza in non possesso, infatti è 1° per contrasti vinti e 2° per tackle + intercetti. Un’assenza che peserà nelle prossime settimane e anche sabato quando ci sarà da fronteggiare un centrocampo molto muscolare e intelligente come quello atalantino. Davanti la difesa quindi Keita e Sohm, dietro a Bonny andranno Man, Mihaila e uno tra Cancellieri e Almqvist col primo in vantaggio. Le soluzioni offensive così perdono della fantasia del prodotto del Manchester City sia in prima costruzione che in rifinitura, ma guadagnano in soluzioni individuali in 1 contro 1, rapidità in ripartenza e scambi di posizione. A Sohm e Keita quindi la distribuzione dei compiti di costruzione e rottura.
Bonny è un centravanti di manovra in grado di dialogare coi compagni e aprire spazi ai trequartisti che lo supportano; il Parma si appoggia su di lui per ripartire ed è un regista offensivo vero e proprio, perché trova tracce verticali o orizzontali anche attraverso cambi gioco che agevolano l’uscita e il capovolgimento di fronte, per poi accompagnare l’azione entrando in area di rigore nel cosiddetto “secondo tempo di gioco”. E’ un attaccante che svaria su tutto il fronte, forse anche un po’ anarchico. Può migliorare nel coinvolgimento quando ci sono marcature molto strette, in particolar modo questo accade nei big match dove il livello difensivo degli avversari solitamente si alza (come si vede sotto vs Juve).
ANGE-YOAN BONNY | |
PRESENZE | 12 |
GOL | 4 |
ASSIST | 1 |
TIRI TOTALI (DENTRO AREA) X90’ | 2,9 (2,5) |
OCCASIONI CREATE X90’ | 1,5 |
Rivoluzione in casa Atalanta anche in vista della Champions: Kossounou tornerebbe da titolare, De Roon arretra sulla linea dei difensori, Pasalic in mezzo con Ederson e il ritorno (forse) di Brescianini dal 1′ nel tridente completato, ovviamente, da Lookman e Retegui. I bergamaschi arrivano alla sfida in una condizione fisica straripante, confermata anche dalla vittoria in rimonta contro l’Udinese. Proprio il centrocampista olandese è un perno fondamentale da tantissimi anni, in entrambe le fasi: solo Ederson (278) ha portato a buon fine più passaggi sotto pressione ad alta intensità rispetto a lui (275), inoltre è il giocatore che ha registrato più passaggi positivi terminati nel terzo offensivo di campo (182), davanti proprio al compagno di squadra brasiliano (179).
MARTEN DE ROON | |
PRESENZE | 12 |
GOL | 2 |
PASS RIUSCITI ULTIMO 1/3 X90’ | 15,2 |
PALLONI RECUPERATI X90’ | 3,5 |
% CONTRASTI VINTI | 58 |
Come possono farsi del male? L’Udinese ha dimostrato prima della sosta di trovare un modo per mettere in difficoltà l’Atalanta: aggressione asfissiante con i centrocampisti nella metà campo avversaria, e un totem davanti (attenzione a Charpentier, non totalmente escluso dal ballottaggio con Bonny) su cui appoggiarsi ed entrare negli half spaces alle spalle di Hien e tra i due terzi. Il Parma invece è una squadra che tende a sfilacciarsi in mezzo al campo e senza la cerniera Bernabè il rischio di spaccamento tra i 6 difendenti e i 4 offendenti è reale; l’inserimento di Mihaila come trequartista centrale potrebbe da un lato agevolare l’imprevedibilità in una zona in cui l’Atalanta a volte fa fatica a prendere i riferimenti, ma dall’altro perdere l’intelligenza tattica di Sohm in quell’asse potrebbe aiutare l’uscita dei bergamaschi. Attenzione ad Estevez, recuperato, che potrebbe aiutare ad invogliare la partita sui binari in cui l’avevano incalanata i friulani. Se così non sarà, la banda del Gasp ha dimostrato la capacità di creare superiorità numerica in zona palla sia centralmente che lateralmente, isolando Lookman sul lato debole (da qui il ballottaggio tra il più accorto Hainaut e Coulibaly): che si scelga l’opposto, quindi spostare il baricentro offensivo a sinistra per permettere gli ingressi di Brescianini?