Uno strano anticipo del giovedì sera (causa Rally della Lanterna nel fine settimana) mette di fronte il Genoa, reduce dalla sofferta vittoria di Parma, e un Como in netto calo di risultati nelle ultime settimane, sconfitto anche a Empoli. I rossoblù non hanno ancora vinto in 6 partite casalinghe in questo campionato e potrebbero perderne 2 di fila per la prima volta dal periodo novembre-dicembre 2021 (3 in quel caso con Shevchenko in panchina). I comaschi hanno raccolto meno punti di tutti da inizio ottobre (1 su 15), solo Bochum e Montpellier (0) hanno fatto peggio nei top 5 campionati europei.
Gilardino ha ridisegnato i suoi inserendo l’uruguaiano Matturro (vincitore del Mondiale under 20 un paio di anni fa a discapito dell’Italia) da terzo centrale di sinistra: nasce terzino di spinta, per cui ha fatto venire fuori le sue caratteristiche in una posizione più coperta e meno “stancante” rispetto a quella di quinto in cui è apparso finora nella sua esperienza italiana. Contro il Parma l’ha fatto con grandi risultati, infatti ha offerto un ottimo supporto a Martin e in generale si è riuscito ad alzare il baricentro di tutta la squadra, portando insistentemente almeno 7 uomini nella metà campo avversaria, con Zanoli più accorto rispetto allo spagnolo. Particolare la distribuzione degli uomini offensivi, con Pinamonti e Thorsby a spaziare alle spalle di Ekhator, deputato ad attaccare con ferocia la profondità, lasciata spesso scoperta dalla squadra di Pecchia. Badelj e Frendrup in mezzo hanno garantito una costruzione 2+2 ed equilibrio.
Pinamonti è l’uomo su cui si poggia tutto il Genoa. Con gli infortuni di Vitinha, Malinovskyi, Messias e gli addii di Gudmundsson e Retegui i rossoblù hanno perso tanta fantasia, imprevedibilità e concretezza sulla trequarti. Elementi che in parte possono essere ritrovati con lui e l’arrivo di Balotelli. Uomo da area di rigore ma anche in grado di abbassarsi e scambiare (nel breve) con i compagni, l’ex Sassuolo sta completando il suo processo di crescita, dove troppo spesso coi neroverdi si isolava e toccava la palla solo le poche volte che in una partita servono. Vs Parma, l’ex Inter era la valvola di sfogo per i suoi compagni per risalire il campo e alleggerire la pressione parmense.
ANDREA PINAMONTI | |
PRESENZE | 10 |
GOL (DI TESTA) | 4 (2) |
TIRI TOTALI | 25 |
% CONVERSIONE IN GOL | 25 |
MINTUTI/GOL | 201 |
Lato Como. Un ottobre horror ha dato spazio ancora una volta ai limiti difensivi di una squadra che comunque si è presentata con un’identità ben precisa e che l’ha portata a grandi prestazioni. In realtà però i dati ci suggeriscono che i comaschi non sono poi così vulnerabili: sono la 5° squadra che subisce meno tiri, 2° per contrasti vinti e recuperi nel terzo di campo offensivo. Il dato sui dribbling subiti invece deve fare riflettere, sintomo di una scarsa attenzione e incapacità di fronteggiare l’1 contro 1 che deriva probabilmente anche da distanze di squadra che nel corso delle settimane si sono sempre più dilatate in non possesso.
DATI DIFENSIVI | POSIZIONE IN A | |
TIRI SUBITI X90’ | 10,9 | 16° |
DRIBBLING SUBITI X90’ | 8,3 | 1° |
% CONTRASTI VINTI | 65 | 2° |
RECUPERI TERZO OFFENSIVO X90’ | 4,5 | 2° |
XG SUBITI X90’ | 1,3 | 11° |
L’Empoli ha dei principi di gioco che non sono poi così distanti da quelli del Genoa, per cui possiamo servirci del posticipo del lunedì per analizzare il match: troppe le ripartenze subite in campo aperto, reparti scollegati e tanto spazio tra difesa e centrocampo, dove potevano sguazzare in zona rifinitura gli uomini offensivi azzurri. Quindi Gilardino può puntare su una rinnovata forza sulle fasce, garantita dalla catena Matturro-Martin e dal “liberamento” di Pinamonti da compiti puramente di attacco della profondità, se non abbandonato a sé stesso. Allo stesso tempo il Como però ha tanta qualità sulla trequarti, sia per spostare il pallone tra le linee che soprattutto per attaccare i genoani sul cambio di fronte, dove spesso la squadra di Fabregas riesce a trovare l’uomo libero sul lato debole, soprattutto se Matturro si lascia andare a scorribande offensive. Piazzando Strefezza lì l’uruguaiano sarà costretto alla scelta di andare comunque, abbassando il raggio d’azione dell’ex Lecce, oppure rinculare e quindi togliere forza, intensità e imprevedibilità agli attacchi esterni.