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    Verso Atalanta – Torino: attenzione alla difesa a 4

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    Sabato alle 18 è in programma Atalanta-Torino, valida per la 23° giornata del campionato di Serie A. Il Torino ha pareggiato 3 delle ultime 4 trasferte di Serie A: i granata non registrano tre “X” consecutive fuori casa dal dicembre 2018 (4 in quel caso, con Mazzarri allenatore). L’Atalanta è la formazione che ha guadagnato più punti da situazione di svantaggio (15); nei top 5 campionati europei, solo Manchester City (17) e Atletico Madrid (16) hanno fatto meglio (15 anche il Newcastle).

    Gli orobici si presentano alla sfida dopo la grande prestazione di Barcellona in Champions League, con Pasalic alle spalle della coppia Retegui-De Ketelaere. In generale però l’Atalanta sembra aver superato il calo di inizio gennaio, nonostante anche la trasferta di Como non sia stata super, soprattutto nel primo tempo. Le prime frazioni di gioco per il momento sembrano essere un tasto dolente: il ritmo è lento, poca pericolosità. Ben 3 dei peggiori 6 primi tempi stagionali della squadra di Gasperini in termini di xG sono arrivati proprio nelle ultime 3 di campionato:

    XG: I 6 PEGGIORI PRIMI TEMPI  
    COMO – ATALANTA 0,02
    CAGLIARI – ATALANTA 0,05
    UDINESE – ATALANTA 0,09
    ATALANTA – COMO 0,15
    ATALANTA – MONZA 0,17
    ATALANTA – NAPOLI 0,19

    Un campanello d’allarme offensivo che viene accentuato dall’assenza di Lookman.

    Si è ovviato a questo problema proprio nella trasferta di Como, dove la squadra di Fabregas è stata perfetta in entrambe le fasi per 60 minuti: il falso nueve ha messo in seria difficoltà i bergamaschi. Sulla costruzione lariana uno tra Da Cunha e Perrone si sganciava sulla linea degli attaccanti per portare via il rispetto marcatore, con Paz e Strefezza che perlustravano il centrosinistra e il centrodestra, scambiandosi spesso di posizione con Fadera e Diao che rimanevano larghi sulle corsie. Così facendo, Butez aveva più opzioni: palla lunga sull’inserimento del centrocampista, giocare corto sui difensori o palla a scavalcare nei corridoi interni a metà campo. La mossa di Gasperini è stata togliere un difensore, Scalvini, per inserire Brescianini e schierarsi con un 4-2-3-1, con Lookman alle spalle di Retegui e l’ex Milan a stazionare sulla fascia sinistra: l’atteggiamento non esattamente da difensore puro di Engelhardt e la pigrizia di Diao hanno permesso ai nerazzurri di creare superiorità numerica su quell’out con Ruggeri, e da lì sono arrivati entrambi i gol che hanno capovolto il match.

    Radar di IMCOACH. In verde l’Atalanta; gol dell’1-1 di Retegui.

    Accenavamo poco fa all’assenza di Lookman: il nigeriano ne avrà per 3 settimane e la sua assenza può essere chiave negli equilibri offensivi per l’Atalanta e difensivi per gli avversari, soprattutto contro difese chiuse come nel campionato italiano. La partita più recente di Serie A senza Lookman è stata il 14 dicembre vs Cagliari (subentrato poi nella ripresa): dalle posizioni medie di quella sfida si vede subito come ai lombardi sia mancata un po’ di verticalità e attacco alla profondità (fu un primo tempo molto sofferto con i sardi che hanno assaltato Carnesecchi). La posizione di Brescianini era più da mezz’ala avanzata che da seconda punta vera e propria, come fosse un 3-5-2. Anche per il Cagliari è stato un fattore: se non avevano un pericolo costante a cui pensare soprattutto se isolato (esattamente come accade col nigeriano) si sono sentiti anche più sicuri nel portare avanti più giocatori, soprattutto difensori.

    CON E SENZA LOOKMAN CON SENZA
    PARTITE 19 3
    % VITTORIE 68 33
    MEDIA GOL SEGNATI 2,3 1,7
    MEDIA TIRI TOTALI 14,4 15,7
    MEDIA PASS ULTIMO TERZO 54,3 50,7

    Il Torino ha ritrovato equilibrio dopo mesi di grande sofferenza passando al 4-2-3-1 nel secondo tempo della sfida contro l’Udinese di fine dicembre: da quel momento Vanoli non ne ha più fatto a meno. Il Toro, in tal maniera, riesce a distribuirsi in maniera più efficiente in campo secondo le sue caratteristiche: Pedersen da terzino destro a interscambiarsi con Lazaro (deputato ad attaccare la profondità e puntare il fondo), a sinistra Sosa che sta èiù accorto e isola Karamoh, bravo a supportare Adams, in mezzo due centrocampisti e Vlasic che ha molta più libertà (e spazi) di prima perché il riferimento offensivo è solo uno, appunto lo scozzese. Lo sviluppo offensivo rimane più o meno invariato: palla ai due centrali che provano a trasmettere velocemente sulle corsie, da lì densità laterale addensando 3 uomini e si va su combinazioni strette e interscambi di posizione, isolando l’esterno opposto e riempiendo l’area di rigore con 3 uomini.

    TORINO: INVERSIONE DI MARCIA 8-17° 18-22°
    % VITTORIE 20 20
    % SCONFITTE 60 0
    MEDIA GOL SEGNATI 0,5 1,2
    MEDIA GOL SUBITI 1,1 0,8
    POSIZIONE NEL PERIODO 14°

    Vlasic è in forma smagliante: contro il Cagliari ha messo in campo una prestazione totale, mezz’ala destra sia di inserimento che di costruzione, capace anche di intervenire in non possesso, come si vede nelle mappe sotto.

    VLASIC VS CAGLIARI POS.
    TOCCHI IN AREA AVVERSARIA 4
    OCCASIONI CREATE 3
    PASSAGGI RIUSCITI 47
    DRIBBLING RIUSCITI 3
    PALLONI RECUPERATI 7
    PALLONI GIOCATI 66

    Inoltre, è stato il giocatore che nel match ha trascorso più tempo conducendo il pallone (65%), sintomo di una grande fiducia ritrovata, anche grazie alla condizione fisica che ora è di nuovo brillante. E’ stato anche il giocatore più veloce mediamente in possesso (8.93 km/h). La mappa di disponibilità al passaggio ci dice molto sulla sua centralità ritrovata: si è smarcato molto frequentemente su tutta la trequarti, svariando sia in orizzontale che in verticale, gettandosi anche a ridosso dell’area di rigore avversaria. Il 40% del tempo si è reso disponibile nell’ultimo terzo di campo, con i cagliaritani che non sono mai riusciti a leggerlo tra le linee: un dato da attaccante.

    La partita d’andata è molto distante non solo in termini temporali ma anche come orientamento che poi hanno preso le stagioni di entrambe le squadre. Bisogna però notare delle cose, a prescindere dai numeri e dai risultati: i principi di gioco sono rimasti intatti, per cui ci si possono aspettare comunque atteggiamenti ripetibili. La densità laterale dell’Atalanta ha fatto male all’andata (vedi lo 0-1 di Retegui), ma ora i granata presidiano meglio le fasce; il gol di Ilic è manifesto di ciò che oggi fa Vlasic nello scacchiere di Vanoli, non farsi prendere tra le linee ma orchestrare la manovra offensiva, un po’ come hanno fatto Strefezza e Paz una settimana fa; le palle lunghe su Adams e Karamoh possono essere un fattore per scavalcare la pressione atalantina e attaccare con ferocia e rapidità la profondità, uno dei tasti dolenti della squadra di Gasperini. Senza Lookman per sparigliare le carte in tavola, sarà quindi fondamentale trovare la superiorità numerica spostando il pallone dove ci sono tanti atalantini, più che saltando l’uomo, sfruttando anche la fisiologica minor densità centrale del Torino, che ora mette dentro al campo al massimo 5 uomini; attenzione in tal senso alla posizione di Vlasic, da mezz’ala destra, e di Lazaro che stringe molto e ricompone una sorta di 3-5-2 con Pedersen alle sue spalle.

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