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    Verso Monza – Fiorentina: Palladino sfida il suo passato

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    Monza-Fiorentina chiude la 20° giornata del campionato di Serie A, il primo turno del girone di ritorno. Palladino affronta il suo passato, la squadra che lo ha lanciato in Serie A (73 panchine totali considerando anche la Coppa Italia) e con cui ha ottenuto ottimi risultati, centrando due salvezze tranquille culminate con un 11° e un 12° posto. Da quando la Serie A è tornata a 20 squadre (dal 2004/05), solo 2 delle 13 formazioni che hanno guadagnato 10 o meno punti nel girone d’andata hanno evitato la retrocessione a fine campionato: il Crotone nel 2016/17 (9 in quel caso) e il Cagliari nel 2007/08 (10).

    Il Monza arriva a questa sfida con 5 sconfitte consecutive, tutte maturate per 2-1; neanche l’arrivo di Bocchetti sembra aver restituito quella verve delle prime due stagioni di Serie A. Il simbolo del periodo negativo dei brianzoli che dura ormai da praticamente tutto il girone d’andata è senza dubbio Daniel Maldini. La stagione era iniziata anche abbastanza bene, essendo entrato velocemente in condizione fisica: era il faro nell’ultimo terzo di campo, il giocatore a cui appoggiarsi per rendersi pericolosi. L’ex Milan, oltre a imbucare per i compagni, arriva al tiro con una certa facilità, gli sta però mancando concretezza e voglia di determinare; nel frattempo si è spento e non riesce ad essere incisivo neanche per la squadra in termini di qualità nella giocata, perdendo anche la certezza del posto da titolare. Il suo bottino stagionale è molto magro: saltano all’occhio le 10 big chances fallite (5° in Serie A) e la differenza negativa tra gol e xG: avrebbe dovuto segnare oltre 3 gol in più rispetto al solo gol realizzato, tra l’altro, nella gara d’andata contro i Viola.

    DANIEL MALDINI  
    PRESENZE 17
    GOL 1
    ASSIST 0
    MEDIA TIRI TOTALI 2,9
    GRANDI OCCASIONI FALLITE 10
    GOL – XG -3,1

    In basso vi mostriamo delle mappe: le prime 3 sono riferibili alla partita vs Parma di 2 settimane fa. E’ chiaro come sia ormai anche più estraneo rispetto al gioco di squadra, soprattutto quando manca il riferimento in avanti (in questo caso Djuric assente); la seconda mappa ci dà la distribuzione dei suoi tocchi palla contro gli emiliani, sono solo 18, ma di cui ben 4 in area di rigore a testimoniare la sua posizione da finto centravanti. Il dato più preoccupante è quello rappresentato dalla terza mappa, ossia quella dei passaggi: su 9, solo 3 corretti. Inoltre, è stato il peggiore dei suoi per disponibilità al passaggio (44%).

    A inizio settembre al Franchi, il figlio d’arte si è reso autore di una grande prestazione:

    Mappa disponibilità al passaggio Maldini vs Fiorentina: poco disponibile nell’ultimo terzo di campo, ma tanto in mezzo al campo per legare il gioco e fare entrare i compagni.

    Anche la Fiorentina non vive un momento roseo: appena 1 punto nelle ultime 4, se aggiungiamo la Conference League con il pareggio con il Vitoria Guimaraes le partite senza vittoria salgono a 5, con un dicembre finito male e iniziato peggio con l’incidente a Bove. Alcune delle difficoltà della squadra di Palladino possono essere riconducibili all’assenza dell’ex Roma, pedina fondamentale per aprire la corsia a Gosens ma soprattutto per accompagnare la squadra in entrambe le fasi, portando densità in mezzo al campo grazie alla sua quantità e intelligenza tattica. Un uomo di equilibrio che evidentemente pesa in negativo. Allo stesso tempo c’è da registrare una forte flessione del reparto offensivo: se per tutta la prima parte di stagione la Fiorentina è andata in overperformance di gol realizzati rispetto agli xG, ora non si può dire lo stesso. Un problema che probabilmente affonda le sue radici nel modo di difendere, quindi di ripartire, di sviluppare le azioni offensive e in generale di coprire il campo: il blocco basso è vero che garantisce una degna copertura dell’area di rigore e degli spazi appena intorno, però svuota di uomini in avanti che non sempre riescono ad accompagnare Kean con quantità e qualità. Il gioco dei Viola si basa proprio sulle transizioni, quindi quando la condizione fisica viene un po’ a mancare, la squadra di Palladino si ritrova a ribaltare il fronte con soli 4 uomini al massimo. Inoltre, quando deve sviluppare la manovra, sì arriva bene nell’ultimo terzo di campo ma sembra mancare di qualità nell’ultima giocata, soprattutto nello stretto. Il giocatore indicato è Gudmundsson, ma è chiaro che contro difese schierate, corte e attente non può bastare l’islandese; le potenzialità di Kean vengono attenuate se non gli si dà campo da attaccare in profondità. A rafforzare quanto detto, la Fiorentina è 1° per gol su transizione (4), ma 9° su azione manovrata (15).

    GOL DEGLI ATTACCANTI  
    KEAN 11
    GUDMUNDSSON 3
    BELTRAN 2
    COLPANI 2
    SOTTIL 1
    IKONE’ 0
    KOUAME’ 0

    In basso, vs Napoli, le mappe di posizioni medie, passaggi nell’ultimo terzo (quanti errori!) e infine recuperi palla, che dimostrano il cambio di strategia di Palladino contro la squadra di Conte, provando l’aggressione alta e una grande ostruzione centrale per evitare le imbucate dirette su Lukaku:

    Da notare, bisogna comunque considerare la forza degli avversari: in tal senso un apporto maggiore da Beltran e Gudmundsson, autori di partite abbastanza anonime nel complesso, avrebbe sicuramente giovato. L’argentino contro il Napoli si è occupato di fare densità centrale e abbassarsi sulla linea dei centrocampisti per otturare gli inserimenti con e senza palla di McTominay: non esattamente ciò per cui è nato. Le due mappe di pressione applicata (quanta pressione ogni giocatore esercita rispetto al suo diretto avversario, sia che abbia il possesso della sfera che non) evidenziano proprio questo: pressione in mezzo (43% della pressione viene applicata proprio nell’asse centrale) per invitare il Napoli ad andare sugli esterni, chiudendo ogni corridoio verticale per Lukaku. A destra la mappa di pressione applicata del solo Beltran: le zone più intense corrispondono proprio al centrodestra, raggio d’azione della mezz’ala scozzese a cui corrisponde il 47% della pressione applicata nel match del numero 9. Ciò significa che per la metà del tempo la sua fase difensiva si è concentrata in quella zona, da mezz’ala destra.

    Come possono farsi male? Il Monza può sfruttare le difficoltà della Fiorentina nella lettura degli inserimenti centrali (vedi vs Juve), provando a creare una superiorità numerica laterale; oppure, in alternativa, scavalcare la pressione della Fiorentina (se ci sarà) andando direttamente da Djuric, replicando le caratteristiche (con le dovute proporzioni) di Lukaku. Allo stesso tempo però Palladino conosce i limiti psicologici e tecnici del Monza in prima costruzione, quindi una forte pressione indirizzata con i tempi giusti, senza dare il tempo di alzare la testa per cercare il centravanti bosniaco, potrebbe essere un’arma. Arma già utilizzata contro il Napoli e anche discretamente bene nel primo tempo di una settimana fa.

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