Sabato alle 15 è in programma il match tra Udinese e Atalanta, valido per la prima giornata del girone di ritorno. Esattamente 60 giorni fa, a Bergamo, la squadra di Gasperini ha battuto quella di Runjaic, con i friulani che hanno fatto palesare le difficoltà dei nerazzurri se pressati forte già in blocco medio-alto e con gli interscambi di posizione. Da quando Gasp siede in Lombardia sponda bergamasca, non ha mai perso la prima partita dell’anno, con 6 vittorie e 2 pareggi dal 2017 a oggi. Dato importante: le due squadre sono molto pericolose da palla inattiva: considerando solo corner e punizioni indirette, gli ospiti sono primi in Serie A con 8 gol, i friulani secondi con 7 (con Inter e Lazio).
I rallentamenti di Roma contro la Lazio e di Riyad contro l’Inter non devono spaventare gli orobici, che però devono interpretare queste 2 partite come dei piccoli segnali: se contro i biancocelesti, almeno per un tempo, la forte pressione a tutto campo li ha messi in seria difficoltà, oscurando Lookman e De Ketelaere, in Supercoppa i milanesi invece hanno messo a nudo tutte le criticità della difesa uomo su uomo, portando a interscambi di posizione difficilmente leggibili, come Dumfries sulla linea di Lautaro a prendere i corridoi interni, o l’ormai classico smarcamento fuori linea dei centrocampisti per costruire con più spazio e tempo. In tal senso diventa fondamentale aggrapparsi ai giocatori più importanti per accendere la luce, infatti il neo Pallone d’Oro Africano è chiamato a trascinare i lombardi. La sua posizione a metà tra esterno offensivo e il centravanti, che gli permette di prendere l’ampiezza quando bisogna fare densità laterale, ma poi venire dentro al campo per essere più vicino alla porta e ai compagni sfruttando la rapidità nel breve, è illeggibile per gli avversari: è 1° per occasioni create nella sua squadra (33). Contro la Lazio, Lookman è stato il giocatore con la più bassa disponibilità al passaggio (dove mi rendo disponibile, in quali spazi) nell’Atalanta (52%, dato comunque alto per un attaccante) e 1° nel match per pass gain (indice di verticalità, ossia quanti giocatori avversari salta con un passaggio verticale in media; lui ne tagliava fuori in media 5). In basso la sua mappa di disponibilità al passaggio: nonostante l’assist, la Lazio è riuscita a contenerlo soprattutto nel 1T, infatti le zone in cui si è reso più disponibile (quelle più intense) si trovano dietro la sua posizione media, ossia tendenzialmente di spalle e quindi vicino alla linea di metà campo, distante dalla porta.
L’altro giocatore a cui ci si deve necessariamente affidare è De Ketelaere. La sua importanza si pesa non soltanto nel contributo offensivo, quanto nell’essere un’ancora di salvezza nella gestione del possesso sia come strumento di “riposo”, che nel dettare i tempi dello sviluppo della manovra e quindi della rifinitura: il vero acceleratore della Dea. Contro la Lazio una delle sue prove più opache di questa stagione, strozzato dalla forte pressione biancoceleste in ogni zona del campo soprattutto nei primi 60’, con il belga che ha giocato pochissimi palloni e si è nascosto tra le maglie della squadra di Baroni.
CHARLES DE KETELAERE | Pos. | |
GOL | 5 | 3° |
PASSAGGI CHIAVE | 27 | 2° |
CONDUZIONI TERZO OFFENSIVO | 42 | 1° |
PASSAGGI PROGRESSIVI | 56 | 2° |
DRIBBLING RIUSCITI | 19 | 2° |
Infine, come non parlare di Carnesecchi. Il portiere, ex Cremonese tra le altre, sta attraversando un momento d’oro, mettendo in fila parate una più bella e decisiva dell’altra. Però i dati dicono che non è poi così performante rispetto agli altri portieri del nostro campionato: si trova sotto i portieri delle top in parecchie statistiche, a testimonianza che la fase difensiva di squadra influenza molto anche la prestazione del portiere. Ad esempio su quel 70% di parate incidono tantissimo i mesi di agosto e settembre, dove i nerazzurri stavano mettendo a punto la macchina che poi gli ha permesso di sfoderare 11 vittorie consecutive.
CARNESECCHI VS PORTIERI SERIE A | POS. | |
GOL SUBITI | 20 | 7° |
CLEAN SHEET | 5 | 8° |
MEDIA PARATE | 2,8 | 6° |
% PARATE | 70 | 8° |
GOL EVITATI | +0,62 | 8° |
L’Udinese sta vivendo un ottimo momento, ma guai a parlare di Europa per mister Runjaic. I bianconeri stanno dimostrando a più riprese di riuscire a ingabbiare le avversarie grazie alla difesa in blocco basso, chiudendo ogni corridoio centrale e invitando ad attaccare lateralmente, per poi ripartire velocemente appoggiandosi al centravanti. Non di poco conto l’importanza in prima pressione proprio dei due attaccanti, capaci di chiudere le verticali, ma anche di raddoppiare esternamente se c’è bisogno. Davanti, oltre alle sgasate di Ehizibue, bisogna appoggiarsi al totem Thauvin. Il francese è in un ottimo momento di forma, è il centro di gravità, il giocatore da cui passano tutte le azioni importanti, il regista offensivo. La sua posizione diventa importante sotto tanti punti di vista: decentra il baricentro difensivo degli avversari, attirando tanti giocatori a sé, allo stesso tempo svaria su tutta la trequarti (preferendo il centrodestra) combinando sia con il quinto che con la sua spalla Lucca. Nonostante non brilli per intensità in non possesso (solitamente tra gli ultimi per pressione applicata tra i suoi, a differenza di Lucca che spesso si piazza nella top 3. Per pressione applicata si intende la pressione esercitata sul diretto avversario, a prescindere che abbia il possesso della sfera), l’ex Marsiglia è comunque un elemento importante negli equilibri difensivi di Runjaic per ciò di cui parlavamo sopra: stringe il centro per bloccare possibili tracce verticali avversarie e ostruisce le uscite esterne facendo più da schermo che da aggressore.
Altra partita senza Retegui. Come si è arrangiata l’Atalanta e su cosa può far leva l’Udinese, prendendo spunto da Lazio, Inter, e la partita d’andata? Quando Gasp “ha panchinato” l’attaccante italiano lo ha fatto per un motivo preciso: togliere i riferimenti alla difesa avversaria, lasciando che gli ultimi 30 metri vengano attaccati in corsa attraverso il movimento, piuttosto che in maniera statica con un vero centravanti (vedi vs Napoli e Milan e nel secondo tempo della sfida contro la Roma, mossa rivelatasi poi vincente). Le ultime 2 contro Lazio e Inter in Supercoppa hanno visto i nerazzurri andare in difficoltà. Pasalic comunque se la cava bene, soprattutto quando la sua funzione diventa non solo di togliere i riferimenti offensivi ma anche quella di ostruire l’uscita avversaria, abbassandosi sulla linea dei centrocampisti marcando a uomo il diretto avversario scelto da Gasperini. L’Udinese però ha tra le sue caratteristiche quella di allungare la squadra attraverso lanci e quindi attacchi diretti alla linea trovando subito il centravanti o sviluppando verso Thauvin; l’assenza di Lucca in tal senso può pesare molto, ma d’altro canto, se dovesse giocare Sanchez, un difensore come Hien macchinoso e bisognoso di sentire il contatto fisico potrebbe andare in difficoltà. I friulani riempiono molto bene i 5 canali una volta superata la metà campo, portando le mezz’ali e almeno un quinto oltre la linea della palla: le verticali di Karlstrom in tal senso saranno fondamentali.
CON E SENZA RETEGUI DALL’INIZIO | CON | SENZA |
PARTITE | 14 | 4 |
MEDIA GOL SEGNATI | 2,6 | 1,8 |
MEDIA TIRI TOTALI | 15,2 | 16,5 |
MEDIA PASSAGGI TERZO OFF | 58 | 48 |
% VITTORIE | 76 | 50 |