Napoli-Roma è una partita tra chi cerca continuità di risultati per consolidare il primato e chi cerca un’inversione di rotta immediata, prima che il percorso sia del tutto compromesso. In tal senso, la scelta è ricaduta su Claudio Ranieri: tra gli allenatori della storia della Roma solo Luciano Spalletti (59%) e Rudi Garcia (57%) hanno registrato una percentuale di vittorie più alta di Sir Claudio (56%) in Serie A. In una parola: garanzia.
La situazione non è delle più semplici in casa giallorossa: la Roma ha vinto solo tre delle dodici partite di questo campionato, ha perso quattro delle ultime cinque gare di campionato e non ha vinto alcuna delle ultime nove trasferte di campionato. Nello specifico, l’aumento dell’intensità del pressing nella metà campo offensiva (il cosiddetto PPDA, in Serie A da 7° con De Rossi a 2° con Juric) e i principi della marcatura uomo su uomo hanno condotto la Roma ad un incremento delle difficoltà difensive: da quando è stato esonerato De Rossi, solo Udinese e Torino hanno prodotto meno di un 1 gol atteso contro i giallorossi.
In fase offensiva, la condizione di Dybala rimane un dubbio pendente così come è indiscusso il suo ruolo cruciale nella nuova Roma di Ranieri:considerando le top 5 partite in cui la Roma ha prodotto maggiormente in termini di gol attesi, l’argentino era presente in 4 partite su 5 (titolare vs Empoli, Genoa, Udinese e subentrato vs Verona). Nella rosa giallorossa Dybala è 2° per chance create (15, dietro a Pellegrini), per tiri totali ed in porta (rispettivamente 23 e 9, in entrambi i casi dietro a Dovbyk).
In casa partenopea il quadro generale è decisamente diverso, seppur con dati offensivi non ancora da top: in Serie A il Napoli è 7° per gol attesi (17.6) e considerando le sole partite giocate in casa 5° (11.2). Diversamente dal Napoli di Spalletti, in fase offensiva il Napoli attuale non predilige il dominio territoriale (10° per possesso palla nella trequarti offensiva, 50%) né tantomeno una forte produzione offensiva (12° per tiri totali).
Tuttavia si sa, il campionato si vince con la miglior difesa ed ecco spiegato il primato del Napoli: in fase difensiva è attualmente la 2° miglior difesa del campionato (9 gol subiti), di cui 5 subiti in casa (seppur 3 nella medesima partita, contro l’Atalanta). La forza difensiva partenopea risiede chiaramente nella scarsa pericolosità delle occasioni concesse agli avversari: 3° per tiri in porta concessi (a pari merito con la Lazio), 2° per clean sheet (7) e 2° per gol attesi contro (11.1).
Concludo con la piccola ma grande trasformazione di Conte nei confronti di Kvara, che ora vanta numeri più da punta e meno da esterno: rispetto alla 1° stagione in Italia, Kvara oggi statisticamente nei 90° minuti ha una maggior media gol (0.52 contro 0.43), tocca meno palloni (49 contro 61) e dribbla con meno efficacia (dal 37% al 33%), ma tira leggermente di più in porta (da 1.1. a 1.3) e ha notevolmente aumentato la sua precisione nel tiro, addirittura dal 51% al 68%.
Ad oggi, con una difesa così, è stato sufficiente per la vetta della classifica. Domani, all’alba della 13° giornata, sarà già un nuovo capitolo i cui protagonisti sono ancora tutti da scoprire. Bentornata Serie A.