Domenica alle 12.30 è in programma il secondo scontro diretto in 4 giorni per il Napoli di Conte: questa volta se la vedrà con l’Atalanta, reduce da 4 vittorie consecutive e dal 3° posto in classifica appena conquistato a discapito della Juventus. Il Napoli ha vinto 5 gare di fila in Serie A per la prima volta dalla striscia di 8 ottenuta tra gennaio e febbraio 23, con Spalletti in panchina; solo il Barcellona (10) ha vinto più dei partenopei (8) nei top 5 campionati europei. Gli orobici hanno vinto 5 delle ultime 8 trasferte in Serie A, tanti successi quanti quelli ottenuti nelle precedenti 18 (4 pareggi, 9 sconfitte).
Gli azzurri hanno battuto il Milan a San Siro al termine di una gara impostata su sacrificio e ripartenze, in puro stile contiano. Il 4-3-3 in possesso, che prevede comunque delle variazioni (come l’innalzamento di McTominay sulla linea di Lukaku e l’avanzamento di Di Lorenzo sulla linea dei centrocampisti per attaccare gli half spaces), muta in 5-4-1 in non possesso con l’obiettivo di oscurare il punto di forza dei rossoneri, ossia l’attacco laterale. Politano si abbassa sulla linea dei difensori, permettendo a Di Lorenzo di coprire meno campo ed essere affiancato da entrambi i lati comportandosi da centrale di destra, e così Anguissa slitta sull’esterno mantenendo in mezzo la coppia tutta scozzese Gilmour-McTominay, con il camerunense che appunto offre raddoppio interno all’ex Sassuolo, obbligando Okafor a puntare sempre lungo linea. Dall’altra parte Olivera è assistito alla perfezione da Kvaratskhelia, che invece offre un raddoppio laterale per obbligare Chukwueze ad andare verso il traffico in zona centrale. Una gabbia che a volte è scricchiolata (il Milan è stato pericoloso diverse volte), ma molto efficace.
Lukaku sta variando il suo modo di giocare rispetto agli anni passati: usato ancora come boa e come invasore della profondità, quest’anno Conte gli chiede di essere ancor di più un punto di riferimento per i suoi compagni, in modo tale da appoggiarsi a lui e fare entrare negli spazi lasciati alle sue spalle sia gli esterni che McTominay. In non possesso chiaramente non fa molto lavoro, però i suoi smarcamenti preventivi ad aprire i difensori avversari (ad esempio vs Milan, la coppia) defilandosi su uno dei due lati, maggiormente il destro per potere convergere col mancino, obbligano le difese a munirsi di 2 uomini per contenerlo in campo aperto e non farlo girare.
ROMELU LUKAKU | |
PRESENZE | 8 |
GOL | 4 |
ASSIST | 4 |
TIRI TOTALI | 12 |
% CONVERSIONE IN GOL | 43 |
PALLONI GIOCATI X90’ | 29 |
Lato Atalanta: Lookman e Retegui, anche se non sono andati a segno nell’ultimo match, sono in un momento d’oro. Contro il Monza i nerazzurri hanno provato a decentrare il baricentro difensivo dei brianzoli facendolo pendere sulla destra, spostando Retegui in zona palla vicino De Ketelaere e Bellanova, provando quindi a portare una densità laterale con 3 uomini per costruire un 3v3, un 3v4 o un 3v2 a favore. Ciò ha chiaramente liberato più spazi per il nigeriano dall’altra parte, isolato, in modo tale o da lasciargli spazio per entrare centralmente e occupare le zone lasciate vuote dal numero 9 della Nazionale, stazionare coi piedi sulla linea e provare l’1v1, oppure l’attacco diretto alla profondità con movimenti in verticale. L’ex Tigre sta ultimando il suo processo di “completamento” provando ad essere sempre più coinvolto all’interno della manovra atalantina: in media passa la palla 19.6 volte x90’, contro il Monza l’ha fatto 23 volte, ma è ancora un po’ impreciso soprattutto quando bisogna verticalizzare; molto bene invece nel fraseggio corto e nelle sponde per i compagni, soprattutto nell’ultimo terzo di campo.
Come possono farsi male? Ancora una volta la banda del Gasp ha mostrato il suo punto debole, anche contro il Monza in un paio di circostanze, ossia gli ingressi tra terzo e quinto di difesa e la concessione del tiro dalla distanza, due situazioni di gioco che hanno inciso tanto nell’ultima sconfitta casalinga di oltre 1 mese fa contro il Como. Il Napoli ha negli inserimenti di McTominay e nelle discese di Di Lorenzo due armi importanti per mettere in risalto questi difetti. La squadra di Conte invece sembra perfetta, imperforabile, e ad oggi fargli gol sembra molto difficile. Se non fosse per un elemento: far schiacciare il baricentro difensivo partenopeo su un lato per poi attaccare il lato debole può essere una soluzione, adottata spesso dal Milan martedì (soprattutto dall’ingresso di Leao), perché a volte Olivera non è sempre perfetto nelle chiusure in diagonale. Spazi che possono essere attaccati da De Ketelaere e dai centrocampisti, probabilmente invitati a svuotare il centro visto il grande traffico posto in zona.
Aspettiamo solo domenica: divertiamoci.