Quella di Arthur ad oggi è una stagione più performante di quella di Lobotka. Ma dove stanno le differenze fra i due giocatori? Le caratteristiche di base sono simili, poiché entrambi i giocatori amano ricevere il pallone nella propria metà campo e dettare i ritmi del gioco. Dai numeri, si evince che Arthur è superiore a Lobotka in fase di possesso. Nonostante entrambi collezionino dati invidiabili nella gestione del pallone, come si nota dal rispettivo 91 e 90% nella percentuale di passaggi riusciti sotto pressione (i due migliori nel ruolo), il brasiliano brilla nei passaggi lunghi, e mantiene una percentuale molto alta nonostante una lunghezza media superiore di ben 5 metri ai suggerimenti dell’avversario, che si rivela invece più sicuro nella conduzione palla.

Dove allora Lobotka è più prezioso? La fase difensiva resta un elemento di assoluto valore per lo slovacco, che grazie alle grandi capacità di lettura recupera quasi due palloni in più del rivale ogni 90’, nonostante Arthur sia un ostacolo più difficile da superare nell’1c1. Insomma, da una parte più lettura delle situazioni di gioco, dall’altra più abilità tecnica individuale.

Come dimostrano le heatmap (luogo in cui i giocatori ricevono il pallone – quindi smarcamento – e pressione applicata), notiamo che Lobotka è costretto a coprire una zona di campo più estesa, situazione causata dal modulo in cui vengono impiegati: mentre il Napoli gioca con un solo mediano di ruolo, Italiano affianca ad Arthur sempre un altro mediano, permettendo così al brasiliano di coprire meno terreno e di gestire meglio la fase offensiva.

Un duello interessante che potrà essere decisivo anche in Supercoppa.