Archiviato il campionato è tempo di bilanci, anche in casa Juventus. Abbiamo risposto a 3 domande che ci hanno posto i nostri amici di Juventus News 24.com.
1 – Qual è stato il maggior pregio della Juve? Quelle partite a cui fai riferimento restano effettivamente dei momenti rari all’interno della stagione della Juventus, che soprattutto dal punto di vista della produzione offensiva, come vedremo poi, non si sono ripetuti. Infatti, se vogliamo parlare di quello che è stato il miglior pregio della stagione della Juventus, ci rimane da parlare principalmente dell’aspetto difensivo. In una stagione avara dal punto di vista sia della spettacolarità che dell’entusiasmo, la Juventus è sicuramente riuscita a portare a casa il suo obiettivo minimo grazie alla solidità di squadra. Vi ricordate quel siparietto a bordo campo fra Motta e Perin durante Milan-Juventus? “Siamo messi bene in campo”, queste erano grossomodo le parole dell’allenatore della Juve, che sicuramente era riuscito con il suo approccio conservativo a permettere alla sua squadra di portare a casa tanti risultati utili (più pareggi che vittorie), privilegiando la protezione della propria area di rigore piuttosto che la ricerca di pericolosità in quella opposta.
Proprio i dati difensivi sembrano essere quelli più confortanti per i bianconeri nel bilancio di fine anno: con 35 gol subiti, quella della Juve è stata la seconda retroguardia del campionato (alla pari dell’Inter),e il dato assume ancor più rilevanza se si pensa che in sole tre partite contro Inter, Fiorentina e Atalanta, i bianconeri hanno incassato 11 dei 35 gol totali. Bisogna inoltre sottolineare come l’infortunio di Bremer abbia inciso in negativo nelle prestazioni difensive bianconere sia in termini di marcatura che di copertura degli spazi alle spalle.
I dati sotto ci spiegano molto della stagione juventina: una squadra capace, per buona parte della stagione, di privilegiare e mantenere l’equilibrio, frutto anche di un sistema difensivo atto a rendere l’area di rigore una sorta di bunker da proteggere. Poche big chance concesse, poca pericolosità concessa agli avversari, pochi gol subiti da fuori. Migliorabile il dato sui tocchi concessi in area. Bisogna quindi ripartire da qui.
Media big chance concesse | 1,1 (2° in A) |
xG/tiro concessi | 0,09 (2° in A) |
Media passaggi concessi ultimi 30 metri | 41,6 (3° in A) |
Media tocchi concessi in area | 17 (5° in A) |
Gol subiti da fuori area | 2 (1° in A) |
2 – Qual è stato il peggior difetto? Nei primi due mesi di stagione, quando la forma atletica era buona, la Juventus riusciva a creare più pericoli e ad andare in porta per vie più dirette. Dal mese di ottobre in avanti, la squadra ha invece faticato a ritrovare entusiasmo e imprevedibilità: i dati ci parlano di una Juve che addirittura ha iniziato a invadere l’ultimo terzo di campo con più possesso e più frequenza, creando però meno occasioni e di conseguenza abbassando la propria prolificità. Qui vediamo i numeri in tutte le competizioni fino a Juventus-Cagliari, giorno del primo gol subito dalla Juve in A e coinciso con la prima partita giocata senza Bremer, e il resto del campionato, giocato in salita.
FINO AL 6 OTTOBRE | DA OTTOBRE IN POI | |
% Contrasti vinti | 64 | 59 |
Media big chance create | 2,7 | 2,1 |
Media tocchi in area avversaria | 20,8 | 24 |
Media passaggi ultimo terzo | 115 | 129 |
Media gol segnati | 1,8 | 1,4 |
Limite maggiormente ravvisabile nella parte di campionato con Thiago Motta: mancanza di imprevedibilità negli ultimi 30 metri (appena 7° per passaggi dentro l’area di rigore), nonostante la Juventus ricorra tantissimo al dribbling (2° in A); come mai? Può essere interpretato come una mancanza di qualità nelle nelle scelte e nelle tracce verticali, in particolare per i centrocampisti e Koopmeiners, che non sono riusciti ad innescare con velocità e tempi giusti gli attaccanti. Piuttosto si è quindi preferito spostare il focus sull’1 contro 1 e avendo interpreti come Yildiz, Conceicao, Nico Gonzalez, l’imprevedibilità è stata traslata tutta su questo fondamentale più che su movimenti codificati. L’Inter, ad esempio, è la dimostrazione di come si può essere imprevedibili anche senza saltare l’uomo in dribbling.
Un altro grande limite della stagione bianconera è stato sicuramente la mancanza di attenzione e cattiveria nelle palle alte. La Juventus ha dimostrato a più riprese di essere perforabile e debole proprio nei duelli aerei, sia a favore che contro, nonostante comunque la rosa abbia tanti uomini di spessore sotto questo punto di vista (i bianconeri si trovano a metà classifica per altezza media della squadra, con 185 cm. Pensate che la prima è l’Udinese con 187 cm e l’ultima il Como con 182). Per quanto riguarda il lato offensivo, la scarsa performance sui calci piazzati è anche imputabile alla mancanza di un calciatore affidabile da fermo. La Juve infatti ha un solo uomo nei primi 15 per occasioni create da calcio da fermo in Italia (Koopmeiners con 16, in 14° posizione) e per trovare il secondo – Yildiz con 10 – bisogna scendere oltre la 30° posizione.
% Duelli aerei vinti | 50% (8° in A) |
% Gol di testa sul totale | 7% (20° in A) |
% Gol subiti di testa sul totale | 28,6% (2° in A) |
3 – Quale giocatore, dai dati, si è rivelato indispensabile? “Proprio per un discorso di leadership, di crescita nell’assunzione di responsabilità oltre che per le questioni tecniche che ora esamineremo, il giocatore a nostro avviso più importante di quest’anno nonostante le tante critiche che ha ricevuto in passato è Manuel Locatelli.” L’ex Sassuolo e Milan ha fatto tanti passi in avanti nella gestione del pallone, tornando ad avere la confidenza nelle scelte che aveva ai tempi di De Zerbi, e un po’ persa sotto Allegri. Dell’ex allenatore bianconero però ha preso l’intelligenza tattica e la lettura degli spazi alle spalle dei suoi compagni di reparto e in supporto alla linea difensiva, elevandosi così a uomo di equilibrio e letture difensive.
Un merito di Motta è stato quello di consegnare a Locatelli le chiavi e la serenità di gestire il centrocampo bianconero sia per tempi di giocata che per qualità: magari a volte non eccelle, però i risultati per buona parte della stagione sono stati positivi. E’ il numero 5 l’innesco della verticalità centrale, dello spostamento della sfera sulle corsie laterali e di sventagliate improvvise a tagliare il campo; ma il capitano bianconero è anche l’uomo d’ordine in grado di aggiungersi ai difensori e far sentire meno la mancanza di Bremer. Vediamo tutti questi concetti con i dati e la sua capacità nelle letture difensive con un radar in Roma-Juve.
Pass gain (ultime 4 giornate) | 3 (2° nella Juve) |
Media passaggi riusciti metà avversaria | 37,6 (1° nella Juve e in A) |
Media passaggi progressivi | 9,4 (1° nella Juve) |
Media intercetti | 0,7 (1° cc nella Juve) |
Media palloni recuperati | 4,5 (1° nella Juve) |
Si apprezza meno rispetto al video reale, però si vede come Locatelli inizialmente si stia schiacciando verso il suo reparto difensivo e verso la zona palla, per accorciare e togliere eventuali tracce verticali. Quando Soulè si ferma, il numero 5 capisce che la sua posizione non ha più senso visto che l’argentino è tallonato da Yildiz che gli chiude ogni traccia verticale, quindi decide di accorciare su Cristante: lettura corretta, intercetto, pallone recuperato e transizione innescata.