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    Il report Elastici di Stefano Ferrè – 20 maggio

    House of Calcio ti porta allo Stadio: scopri i benefit della settimana

    Gioca e accumula FUNPOINT per avere la chance di finire in tribuna.

    Penultima puntata di Elastici e penultimo appuntamento col report di Stefano Ferrè, ospite proprio nella trasmissione di Cronache di Spogliatoio ogni martedì.

    Nel linguaggio comune la tragedia è qualcosa di estremamente brutto e negativo. Ma l’origine del suo nome, dal greco, ci riporta un significato davvero molto attuale. E’ dalla tragedia che nasce il teatro, dal mettere in scena epica e mito fondendo il racconto con l’azione e permettendo agli spettatori di vedere tutto con i propri occhi. Il nostro amato Calcio, fusione di diverse arti, ha raggiunto il momento dei verdetti. Quello di massimo Pathos, di sofferenza, concitazione, passionalità e grandezza: gli ingredienti, appunto, della tragedia greca.

    Rrahmani vuol dire certezza – Insostituibile. I numeri stagionali del classe ’94 ci raccontano di un giocatore difficile da superare, con alte percentuali di duelli vinti e contrasti riusciti. Un difensore quasi mai falloso, con ottimo senso della posizione, che garantisce fiducia al reparto, accettando spesso sia l’uno contro uno che l’attaccante in area. Una certezza.

    MINUTI GIOCATI 3316
    MEDIA TOCCHI 85
    DUELLI VINTI 63%
    DUELLI AEREI VINTI 70%
    MEDIA RECUPERI 3,6
    CONTRASTI RIUSCITI 80%

     

    Le Dernier Obstacle – Resta un ultimo insidioso ostacolo tra l’Inter e la Coppa dei Campioni: il Paris di Luis Enrique. Lo abbiamo visto crescere, prendere forma e consacrarsi, ma quali sono le principali caratteristiche dei parigini? Piccola premessa, i punti di forza sono sempre di più, quelli di debolezza sempre di meno. Punti di forza:

    • QUALITÀ IN OGNI REPARTO: il Psg riesce a costruire e sviluppare la manovra con tutti gli interpreti, dai 4 difensori agli uomini offensivi, offrendo diverse soluzioni. La costruzione è alternata, prevede spesso un doppio vertice con Vitinha fisso e Joao Neves e Fabian che girano in base alla situazione e all’avversario, Donnarumma è coinvolto ma non in maniera esasperata e i due terzini o stanno entrambi bassi oppure si alzano, facendo posto a Marquinhos e Pacho che si allargano ai fianchi di Donnarumma lasciando abbassare un centrocampista. Questa struttura permette al Psg di essere poco prevedibile e di scegliere se uscire verticalmente dal centro o dalle corsie laterali;
    • FASE OFFENSIVA: come anche il Barcellona, i francesi amano dialogare nello stretto e interscambiare la posizione, situazione che riguarda i 3 attaccanti e Fabian Ruiz soprattutto. Questa densità permette a Dembelè di non trovarsi mai da solo a fronteggiare i difensori avversari ma soprattutto di isolare i terzini che si comportano da vere e proprie ali aggiunte (soprattutto Hakimi, che si comporta anche da mezz’ala vera e propria cavalcando i corridoi interni aperti da Douè/Barcola e Dembelè); la zona di rifinitura viene quindi riempita con 5 uomini, esattamente come in stile Guardiola, Arteta…
    • FASE DIFENSIVA: nonostante il Paris abbia le caratteristiche per recuperare la palla sia alta che velocemente, Luis Enrique ha capito che non è un concetto da esasperare, per 2 Il primo è che i suoi ragazzi a volte sono indisciplinati, in particolare Mendes e Douè, per cui dargli troppi compiti di attenzione mentali rischia di appesantirli; il secondo è che la sua squadra è fenomenale nelle transizioni negative, ossia si ricompone con una velocità invidiabile, anche grazie all’intelligenza tattica dei 3 centrocampisti e di Marquinhos, abilissimi nelle marcature preventive dello spazio e dell’uomo. Alterna aggressione uomo su uomo a copertura degli spazi.

    Punti di debolezza:

    • LO SPAZIO TRA LE LINEE: come tutte le squadre che giocano con 4 difensori e riversano tanti giocatori nella metà campo avversaria, il Paris soprattutto nei momenti di riaggressione deve forzatamente concedere degli spazi, che nello specifico si concentrano nella zona tra i centrali di difesa e i centrocampisti, a volte poco presidiata visto che la pressione è dettata anche e soprattutto dalle scelte di Vitinha; il portoghese spesso è uno strumento di pressione per il PSG, andando fuori zona, mentre i difensori centrali non possono fare uno marcatura e l’altro copertura perché l’Inter gioca con due punte centrali, quindi entrambi devono marcare. Portare fuori zona i centrocampisti del PSG può essere la chiave per trovare spazio tra le linee;
    • GLI SPAZI ALLE SPALLE DI HAKIMI E MENDES: è vero, francesi forti nelle marcature preventive, ma se vengono obbligati ad un forcing nella metà campo avversaria potrebbe non esserci il tempo di rimediare ai numerosi spazi lasciati dai due terzini, soprattutto se gli avversari portano almeno 2 uomini in quelle zone. Vedere la partita vs Aston Villa a Birmingham o in casa vs Liverpool per credere;
    • POCA STAZZA NEI DUELLI AEREI: il tridente leggero fa impazzire tutte le difese, ma se vengono ostruiti sia gli spazi laterali (con i raddoppi) che i corridoi interni, Dembelè e co. possono fare fatica contro difese schierate e potenti. Quindi? Fare in modo che il Psg forzi la giocata lunga ed essere molto cinici sulle palle inattive.

    Alcuni dati del Psg in CL:

    Possesso medio 62% (4°)
    Media passaggi propria metà 280 (2°)
    Media passaggi ultimo terzo 184 (3°)
    Media dribbling tentati 26,4 (1°)
    Tiri su contropiede 2,1 (1°)
    Gol su contropiede 5 (2°)

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