Il nostro Stefano Ferrè come ogni martedì è ospite ad Elastici, trasmissione live di Cronache di Spogliatoio, e prepara analisi tattiche e analitiche sullo sport che tutti amiamo, il calcio, coniugandolo anche ad altre discipline.
E QUANDO PENSI CHE SIA FINITA, È PROPRIO ALLORA CHE COMINCIA LA SALITA “CHE FANTASTICA STORIA È…” IL CALCIO. Il traguardo in lontananza. Una sensazione agrodolce, dopo una stagione di fatiche arriva il momento in cui trovare energie nascoste e non farsi travolgere dalle emozioni: chi per l’obiettivo minimo, chi per il traguardo più bello. Lucidità, consapevolezza, coraggio, e quali altri ingredienti per il piatto che vale la vittoria?
Oggi ci sarà la finale di Coppa Italia tra Bologna e Milan, un appuntamento imperdibile soprattutto per i felsinei che aspettavano un atto conclusivo di un torneo da oltre 50 anni. La migliore nei recuperi alti, regina del PPDA contro la migliore negli attacchi in contropiede: si sfidano due squadre che hanno punti di forza opposti. I 60 minuti del Bologna a San Siro sono stati quasi perfetti, per la capacità di lavorare collettivamente in pressione senza palla, sfruttando l’uomo in più in mezzo al campo. Prima di presentarvi alcuni dati con i quali stanotte, prima di dormire, potrete già giocare la partita, ecco alcuni dei temi fondamentali del match:
- PULISIC: sarà importante in non possesso il suo lavoro sul costruttore del Bologna, per pareggiare numericamente gli uomini a metà campo;
- CATENE LATERALI: con Calabria e soprattutto Miranda cambia lo spartito rispetto a martedì. Servirà forzatamente supporto dagli esterni alti rossoneri per evitare l’inferiorità numerica;
- DIAGONALI: finalizzare sul lato debole è uno dei marchi di fabbrica del Bologna di Italiano. Fondamentale il posizionamento tra i terzi e i quinti, per non concedere spazio. Quello sarà il momento perfetto per il contrattacco rossonero, con il Bologna disordinato;
- RIEMPIRE L’AREA: con i centrocampisti del Milan a volte pigri nel difendere in area e i 17 cross fatti a San Siro, il Bologna deve provare a riempire di più l’area con il trequartista (a San Siro ha giocato con le mezze ali e senza il trequartista).
Dati difensivi Bologna
Tiri subiti | 8,5 (1° in Serie A) |
Big chance concesse | 1,7 (6° in Serie A) |
Recuperi alti | 3,9 (2° in Serie A) |
Recuperi | 46 (5° in A e 2° tra le big dietro l’Atalanta) |
Tocchi in area concessi | 16,3 (2° in A) |
Dati offensivi Milan
xG | 60.5 (3° in A) |
Tiri da contropiede | 1.3 (1° in A) |
Gol da contropiede | 7 (2° in A) |
Tiri dentro area | 9.6 (3° in A) |
Dribbling tentati | 19 (1° in A) |
% Dribbling riusciti | 48,6% (2° in A) |
% Passaggi riusciti terzo offensivo | 75,4% (4° in A) |
Il Como di Fabregas ha cambiato faccia durante il corso della stagione, dando una svolta decisiva nel mercato di gennaio. Possiamo quindi suddividere la stagione dei lariani in 3 grandi blocchi. Inizialmente lo spagnolo ha approcciato la Serie A con il 4-2-2-2 con cui ha ottenuto la promozione dalla B, evidenziando quindi i punti di forza che sono rappresentati dalla qualità nella trequarti offensiva. Un esempio è Cagliari-Como, 2° giornata: scontratosi con il livello della Serie A, ha capito che 2 centravanti non erano più efficienti per l’equilibrio di squadra e quindi i lariani da settembre a febbraio hanno optato per un 4-2-3-1 con tanta densità centrale.
Da qui i punti di forza: costruzione dal basso con coinvolgimento quasi esasperato del portiere, 2 centrocampisti che aiutano la squadra ad uscire dalla pressione e libertà di movimento sulle catene laterali e nel reparto offensivo. La parola d’ordine è verticalità, quindi l’idea è di rompere la pressione avversaria con un attacco alla “profondità breve”, ossia occupare gli spazi in maniera quasi matematica e soprattutto densa, per garantirsi metri in avanti tramite la superiorità numerica locale. Rimangono però i limiti in fase difensiva: tanti palloni persi in costruzione, tante ripartenze concesse, tanto spazio tra i difensori e i centrocampisti, determinato dalla pressione alta. Un esempio della parte centrale di stagione: Como-Roma.
Da qui la svolta con il mercato di gennaio: gli arrivi di giocatori come Ikonè, Douvikas e soprattutto Diao hanno cambiato la storia degli eventi pur rimanendo fondamentali i princìpi di gioco iniziali. Alla profondità breve si oppone quindi la profondità canonica, quindi per uscire dalla pressione si può anche andare diretti verso i giocatori offensivi, che ora sono dotati di più gamba in campo aperto. Ciò non significa che si rinuncia alla costruzione dal basso, ma che ora servono meno passaggi e meno densità locale per saltare le linee di pressione. E’ vero che questo può comportare un allungamento della squadra, ma d’altro canto viene trascorso un po’ meno tempo nella trequarti avversaria, quindi il rischio di trovare la difesa impreparata diminuisce. Una delle partite-manifesto del fiore sbocciato in riva al Lago è la vittoria contro il Napoli, in cui la squadra di Fabregas ha dominato nella zona centrale del campo addensando tanti uomini schierando Paz da centravanti, ma ha punto in profondità con tutte le sue frecce.
1-3° GIORNATA | 4-18° GIORNATA | 19°-OGGI | |
Media big chance concesse | 4 | 1,8 | 2,2 |
Media recuperi alti | 4,7 | 4,8 | 4,3 |
Media passaggi propria metà | 217 | 234 | 236 |
In generale, il Como è al top in Serie A per recuperi alti (4.6, 1°), passaggi nella propria metà (234, 4°) e tiri subiti (9.9, 3°). In generale, il Como non è al top in Serie A per recuperi concessi nel proprio terzo (4, 18°) e transizioni “canoniche” subite (1.2, 19°).