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    Verso Genoa – Napoli: analisi tattica

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    Sabato alle 18 è previsto l’anticipo tra Genoa e Napoli. I rossoblù si sono ripresi con Vieira, sono infatti ancora imbattuti e hanno pareggiato a San Siro contro il Milan, mentre la squadra di Conte ha riscattato la sconfitta contro la Lazio battendo l’Udinese col ritorno al gol di Lukaku. In questo campionato il Napoli ha subito solo il 64% delle reti dall’interno dell’area di rigore, 7 su 11, la percentuale più bassa in A. Gli azzurri inoltre hanno subito appena 2 gol da sviluppo di calcio piazzato e nessuna squadra ha fatto meglio (2 anche la Fiorentina); il Genoa invece ne ha concesse 9, meno solo di Cagliari, Como (entrambe 10) e Venezia (13).

    Il Genoa ha sottolineato le difficoltà del Milan a giocare contro squadre chiuse che difendono in blocco basso, nonostante comunque le tante occasioni subite, che in realtà sono derivate da recuperi alti (i centrocampisti genoani erano sempre nascosti dietro il blocco alto rossonero) e verticalizzazioni immediate più che da vere trame di gioco imbastite. Chiave quindi le posizioni di Miretti e Zanoli: l’ex Juventus per garantire parità numerica in mezzo al campo affiancandosi a Frendrup e Badelj (nel 2T anche Thorsby veniva ancora più giù per cui era un rombo stretto, un 4v3), mentre l’ex di giornata per dare aiuto a Vogliacco su Leao in raddoppio o comunque stabilire un 2v2 sulle discese di Jimenez. In possesso Thorsby affiancava Pinamonti, l’ex Samp veniva preso a uomo praticamente tutto campo da Thiaw, chiamandolo fuori e aprendo possibili spazi per Frendrup e gli altri centrocampisti, in realtà quasi mai trovati per via del pressing intenso dei rossoneri, che infatti hanno recuperato tanti palloni nel terzo di campo offensivo sull’uscita rossoblù. Importante però sottolineare le ripartenze, soprattutto nel 2T, trovate grazie a palloni recuperati bassi e smarcamenti preventivi alle spalle dei terzini rossoneri (situazione che potrebbe ripresentarsi viste le continue scorribande di Olivera e Di Lorenzo).

    Palla persa in costruzione.
    Fonte: highlights Youtube Dazn
    Ripartenza Genoa. Fonte: highlights Youtube Serie A

    Lato Napoli. Gli azzurri fin dai primi momenti della sfida si sono subito riversati nella trequarti offensiva schiacciando l’Udinese (pitch control – dominio territoriale – del Napoli pari al 59%), che faceva molta fatica ad uscire dalla pressione, ragion per cui, vista anche la struttura fisica dei friulani, la contromossa ha previsto attacchi diretti rinunciando così alla costruzione bassa. Ciò ha permesso alla squadra di Conte di trovare Neres in zona già pericolosa. Allo stesso tempo il baricentro alto ha dato poco campo da attaccare in profondità a Lukaku, sempre spalle alla porta e con poco tempo per girarsi. Il gol del pareggio deriva infatti da una costruzione bassa, atta ad attirare la squadra di Runjaic, portata poi lateralmente dove sarà quindi McTominay a trovare la verticale per il belga che sì, ora ha 35 metri da attaccare. Chiave in tal senso anche la posizione di Anguissa, atta a sparigliare le mosse tattiche dei duelli a centrocampo: si abbassa sulla linea di Rrahmani e Buongiorno, permettendo cosi a Di Lorenzo di entrare dentro al campo e a Politano di fissare l’ampiezza; uguale a sinistra, quindi i due terzini diventano mezz’ali al fianco di Lobotka con licenza di gettarsi sia centralmente che lateralmente per sfruttare possibili 2v1. Da “da quinto a quinto” a “da terzino a terzino”.

    Costruzione con abbassamento Anguissa. Fonte: highlights Youtube Serie A
    Da terzino a terzino. Fonte: highlights Youtube Serie A

    Per riassumere:

    • il Napoli invade la metà campo avversaria, porta tanti uomini e dietro lascia il 4v4 (o 4v3, dipende se l’avversario alza un centrocampista) a metà campo con la linea difensiva;
    • La posizione dei terzini crea disordine nel prendere i riferimenti, Di Lorenzo e Olivera costringono gli esterni avversari a fare tante corse lunghe all’indietro;
    • Attacco diretto alla linea con scavalcamento della pressione può essere una soluzione per ricacciare indietro centrocampisti e difensori azzurri, soprattutto se l’avversario è forte fisicamente e attacco bene le seconde palle soprattutto in zona Lobotka;
    • Difendersi in blocco basso, senza farsi attirare in pressione, è vero che comunque il Napoli trova le situazioni per imbrigliare, ma non si dà spazio da attaccare fronte alla porta a Lukaku.

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