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    Verso Como – Roma: Fabregas contro Ranieri

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    Domenica alle 18 il Como di Fabregas è chiamato ancora una volta a dare una svolta agli ultimi 2 mesi di campionato; se la vedrà con la Roma, in netta ripresa con 2 vittorie in 4 giorni contro Lecce e Braga. Solo il Verona (2.6) ha subito in media più gol a partita in casa rispetto al Como (2.2) in questa Serie A; nonostante ciò, i lombardi sono la squadra che ha subito in media meno tiri in incontri casalinghi tra le squadre nel lato destro della classifica (10). Sarà una sfida fatta di intensità, infatti Roma e Como sono le due squadre che hanno effettuato più recuperi offensivi in questa Serie A, rispettivamente 120 e 104. Inoltre, nessuna formazione ha trovato più reti da queste situazioni di gioco rispetto alla squadra di Ranieri: 4, come il Napoli.

    Partiamo dai padroni di casa. Il recupero di Sergi Roberto è fondamentale per gli equilibri in entrambe le fasi di gioco; la sua assenza, unita a quella di Perrone, ha creato non pochi problemi alla squadra di Fabregas, che con Braunoder, Engelhardt e l’adattamento di Da Cunha non è riuscita a trovare i vecchi riferimenti. Lo spagnolo ex Barcellona restituisce qualità in mezzo al campo innanzitutto sia nella gestione del possesso (e della partita, come piace al suo allenatore), che nella giocata decisiva, nella verticalizzazione in grado di innescare i trequartisti e il centravanti; allo stesso tempo, essendo un ex terzino, viene recuperata anche intelligenza tattica e capacità di andare a tappare i buchi, una funzione un po’ alla Freuler o Fofana per intenderci.

    CON E SENZA SERGI ROBERTO CON SENZA
    PARTITE 8 7
    MEDIA PUNTI 1,1 0,4
    MEDIA GOL SEGNATI 1,4 0,7
    MEDIA TIRI TOTALI 16,3 12
    % PASS RIUSCITI TERZO OFF 75 69
    POSSESSO MEDIO 57 55

    Il dualismo in attacco si è riacceso dopo il gol al Venezia: Belotti si candida ad una maglia da titolare contro la sua ex squadra a discapito di Cutrone che, nonostante il periodo di magra in zona gol, ha sempre offerto prestazioni generose. Tra i due la differenza non è poi cosi tanta: entrambi si sacrificano molto e quel sacrificio fa disperdere un po’ di efficacia sotto porta. L’ex Milan è più bravo nel dialogare coi compagni e metterli in condizione di calciare, il secondo invece riesce a fare bene a sportellate anche spalle alla porta, fondamentale se il Como vuole appoggiarsi per risalire il campo (con Cutrone infatti i minuti sotto pressione sono di più quando una squadra spinge, proprio per via di questo fattore).

    ANDREA BELOTTI                                                                       PATRICK CUTRONE
    2 GOL 4
    3,1 MEDIA TIRI TOTALI 3,1
    18 % CONVERSIONE IN GOL 16
    52 % DUELLI VINTI 37
    2,9 MEDIA PALLONI RECUPERATI 2,3

    Lato Roma. Ha sorpreso la mossa di Ranieri nella sfida contro il Lecce: privo di Dovbyk, invece di scegliere Shomurodov, centravanti vero, l’allenatore di Testaccio ha optato per un tridente leggero con Saelemaekers, El Shaarawy e Dybala. Il belga si è comportato sia da trequartista che da centravanti di manovra lasciando a Dybala la libertà di spaziare su tutto il fronte offensivo e ad El Shaarawy di prendere la corsia sinistra, ciò per mandare fuori giri la difesa leccese, lenta soprattutto nell’asse centrale (vedi l’azione del gol dell’1-0).

    Situazione 1: con palla al mediano (Paredes), si muove da centravanti lasciando la trequarti a Dybala, così facendo viene allungata la difesa degli ospiti e si può optare o per servirlo in profondità (come poi succede, alle spalle di Jean), oppure libera uno spazio in rifinitura dove possono gettarsi proprio Dybala, El Shaarawy o Konè.

    Situazione 2: su costruzione con i centrali difensivi, stavolta è Konè ad alzarsi sulla linea degli attaccanti insieme a Dybala, El Shaarawy e addirittura Mancini a dx, mentre Saelemaekers occupa la zona di rifinitura sostituendo appunto l’argentino; il belga dopo uno scambio stretto verrà trovato libero tra le linee e potrà servire l’ex Juve che nel frattempo ha proseguito il taglio ed è entrato in area di rigore.

    Situazione 3: in non possesso, la sua posizione non permette al Lecce di uscire facilmente palla a terra, per cui Falcone è costretto al rilancio; l’ex Milan infatti toglie la possibilità di uscita su Kaba (77) nella costruzione 3+2 salentina.

    Dovbyk, cosa non va? Sono 40 i giorni senza gol, non segna infatti dal 3 novembre vs Verona. Il 3° cambio di guida tecnica, il calendario non agevole, la poca qualità dei giallorossi nell’ultimo terzo (soprattutto con Dybala assente) hanno fatto il resto, oltre ad una dose di sfortuna e forse anche di poca lucidità sotto porta, dettata dal lavoro difensivo o da un momento di sfiducia. E’ un attaccante che ha bisogno di essere innescato in campo aperto e trovato coi tempi giusti in area di rigore, senza “perdere” troppo tempo nella trequarti perché ha bisogno di trovare il tempo ai difensori vista la sua grande stazza fisica (ma anche di qualcuno che gli metta dei cross con qualità). Non si può dire che in area di rigore non sia presente, solo che, per adesso, si fa trovare troppo spesso spalle alla porta e non ha la qualità per girarsi in un fazzoletto, per cui diventa leggibile per i difensori avversari. Infatti anche in una partita incolore come vs Atalanta ha giocato ben 7 volte la palla in area avversaria. Dal 4 novembre a oggi in A: 2 tiri, 0 nello specchio, 0.29 xG, 15 palloni giocati in area avversaria; dal 4 novembre a oggi in EL invece 6 tiri, 2 nello specchio, 0.51 xG, 13 palloni giocati in area avversaria. Da qui emerge che è in chiara difficoltà con le marcature strette e la densità centrale che spesso viene adottata nel nostro campionato, per cui a Ranieri il compito di innescarlo in campo aperto il più spesso possibile, magari facendolo smarcare preventivamente sulle corsie laterali, dove è meno leggibile per i difensori.

    Come possono farsi male? Il Como ha nel palleggio e nella densità centrale, per poi cambiare fronte e attaccare il lato debole (soprattutto con la velocità di Fadera) uno dei suoi punti di forza, quindi ci si può aspettare una gestione del pallone superiore in termini di tempo per i lariani rispetto alla Roma, che però mantiene la capacità di aggredire alto nonostante i recuperi nel terzo offensivo siano diminuiti del 33% con Ranieri (delle 3 partite in A, ricordiamolo, 2 sono state contro Napoli e Atalanta), quindi provare a verticalizzare subito verso Belotti per poi trovare i tagli degli esterni e l’inserimento di Paz potrebbe essere una chiave per chiamare fuori zona Hummels. D’altro canto la Roma recupera il suo centravanti e, mentalmente, anche Pellegrini, rinfrancato dalla grande prestazione di giovedì in Europa League. Si vedranno meno interscambi di posizione sulla trequarti, però rimane la capacità di creare superiorità numerica sulle fasce con Mancini che supporta alla grande l’ormai ex oggetto misterioso Abdulhamid. La squadra di Fabregas soffre gli inserimenti alle spalle dei centrocampisti, per cui attenzione soprattutto a Konè.

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