La Juventus è chiamata ad una scossa dopo il pareggio di Lecce e per farlo dovrà affidarsi a Vlahovic (6 gol contro gli avversari di sabato, sua seconda vittima preferita), verso la strada della titolarità. Di fronte un Bologna reduce dal 4-0 rifilato al Monza in Coppa Italia con Castro in versione supereroe, partecipando infatti a 3 dei 4 gol rossoblù. Thiago Motta ha pareggiato 10 delle prime 19 panchine alla guida dei bianconeri; dal 29-30, l’unico allenatore della Juve che ha impiegato meno gare per raggiungerne tanti è stato Cestmir Vycpalek nel 1971 (12). Il Bologna è la squadra che in questo campionato conta più interruzioni alte di sequenze avversarie (il numero di sequenze avversarie, con tre o meno passaggi, terminate 40 metri o meno dalla loro porta): 179 per i rossoblù, ben 68 in più della Juventus 18ª in questa classifica.
Motta deve tanto al Bologna, e il Bologna deve tanto a lui. La sua impronta di gioco è chiara e ben definita e lo era già in Emilia: il possesso come strumento per far uscire gli avversari e coglierli alle spalle innescando transizioni artificiali, partendo dal basso, e soprattutto come arma difensiva per addormentare i tempi del match e gestire. La riaggressione è un altro principio cardine che accomuna le due esperienze, feroce nei primissimi secondi dalla perdita del possesso, per poi rinculare dietro e sistemarsi velocemente chiudendo ogni spazio, baricentro basso e forte densità centrale. Lo scorso anno infatti il Bologna aveva il 19° baricentro del campionato (peggio solo il Monza); la Juve di quest’anno il 16°.
THIAGO: BOLOGNA VS JUVE | BOL 23-24 | JUV 24-25 |
BARICENTRO MEDIO (METRI) | 49,6 | 49,8 |
POSSESSO MEDIO | 58% | 61% |
PASS RIUSCITI TERZO OFF X90’ | 89,9 | 95,4 |
XG X90’ | 1,3 | 1,4 |
RECUPERI TERZO OFF X90’ | 3,6 | 2,9 |
La Vecchia Signora ha dimostrato di essere un muro quasi invalicabile in non possesso, con un blocco medio aggressivo e una protezione spasmodica dell’area di rigore, un fortino da difendere con le unghie e con i denti; basti pensare che la Juventus è la 3° squadra a cui si tira più da lontano nel nostro campionato. I dati sotto mettono in risalto la bontà della fase difensiva, ma in questo scorcio di stagione (complici anche i numerosi infortuni) non basta, perché davanti non si concretizza.
NUMERI DIFENSIVI JUVE | POS. | |
GOL SUBITI | 8 | 1° |
CLEAN SHEET | 10 | 1° |
TIRI SUBITI X90’ | 8,2 | 1° |
XG SUBITI X90’ | 0,74 | 1° |
% PARATE | 77 | 2° |
DISTANZA MEDIA TIRI SUBITI | 17,3m | 3° |
DRIBBLING SUBITI X90’ | 4,5 | 1° |
Il possibile ritorno di Dusan Vlahovic riapre le porte del riempimento dell’area di rigore, nelle ultime partite troppo svuotata senza un vero centravanti (si sono alternati, senza grossa fortuna, Weah, Koopmeiners, addirittura McKennie vs Milan) in grado anche di far rifiatare la squadra oltre che di dare la sensazione agli avversari di poter essere realmente pericolosi anche vicini alla porta. Mediamente senza il serbo si tira di meno, non si effettuano (giustamente) cross, ma calano anche possesso e precisione dei passaggi nell’ultimo terzo, simbolo dell’importanza dell’ex Fiorentina in termini di porto sicuro cui appoggiarsi, nonostante non si sia ancora definitivamente sgrezzato da un punto di vista tecnico.
CON E SENZA VLAHOVIC | CON | SENZA |
GOL SEGNATI X90’ | 1,8 | 0,5 |
TIRI X90’ | 13,3 | 10,5 |
CROSS EFFETTUATI X90’ | 12,3 | 6 |
POSSESSO MEDIO | 62% | 60% |
% PASS RIUSCITI TERZO OFF | 80% | 77% |
L’ago della bilancia per Thiago Motta ad oggi è senz’altro Locatelli. E’ colui che detta i tempi della manovra e di gestione del possesso, quando accelerare il ritmo e quando rallentarlo, senza però effettivamente riuscire ancora a trovare tracce verticali interessanti (anche se sta imparando a farlo con più frequenza e qualità); più che altro il pallone viene trasmesso verso Koopmeiners ed è lui l’incaricato principale per verticalizzare e spostare in avanti il baricentro della squadra, oltre Cambiaso con le sue conduzioni. Per spostare le difese avversarie i cambi gioco dell’ex Milan sono un’arma per trovare l’attacco sul lato debole, isolando l’esterno (che sia Yildiz o Conceicao). In non possesso invece funge da “tappabuchi”, provando sempre a offrire filtro alla linea difensiva e mettendo una pezza dove ci sono spazi aperti per gli avversari, rinculando anche dentro l’area di rigore. In generale, nella Juve, è 9° per % passaggi riusciti in metà campo avversaria, 1° per passaggi progressivi, 2° per % passaggi lunghi riusciti (dietro Gatti), 1° per tackle + intercetti, 1° per contrasti vinti.
MANUEL LOCATELLI | |
% PASS RIUSCITI META’ AVV | 87 |
PASSAGGI PROGRESSIVI X90’ | 9,1 |
% PASSAGGI LUNGHI RIUSCITI | 82 |
TACKLE + INTERCETTI X90’ | 2,9 |
CONTRASTI VINTI X90’ | 1,8 |
Nonostante il passaggio vincente di Lecce, rimane comunque un tema l’underperformance di Koopmeiners, dopo una stagione 23-24 da incorniciare. La differenza, rispetto all’esperienza bergamasca, la fa sicuramente il modo di stare in campo: all’Atalanta correva a ritmi molto più alti (quest’anno invece sembra proprio andare piano, dovuto probabilmente sia ai ritmi più bassi che la Juve sta tenendo rispetto a quell’Atalanta), ma anche una condizione fisica precaria ne sta minando il percorso, ad agosto non si è praticamente mai allenato e l’infortunio alle costole gli ha fatto perdere altro tempo per tornare ad essere brillante da un punto di vista fisico. L’anno scorso non era il centro di gravità della manovra offensiva bensì riceveva il pallone dal basso per spostarlo in avanti e poi gettarsi a ridosso dell’area di rigore, era quindi un rifinitore e non un regista, come oggi, fungendo da mezz’ala destra (mentre con Gasp aveva molta più libertà di vagare sulla 3/4); in questa prima parte di stagione riesce comunque ad entrare in area e calciare (tante volte ha “sbattuto” contro il portiere o tirato a lato).
KOOPMEINERS DOPO 14G | 23-24 | 24-25 |
PRESENZE | 13 | 10 |
GOL | 3 | 0 |
ASSIST | 2 | 2 |
PASS PROGRESSIVI X90’ | 2,7 | 1,5 |
TOCCHI IN AREA AVVERSARIA X90’ | 2,9 | 2,8 |
Lato Bologna. Con Italiano ha mantenuto la voglia che c’era già con Thiago di dominare la partita attraverso il possesso, però realizzato in modi diversi: il primo vuole verticalizzare più velocemente e arrivare nell’ultimo terzo di campo; il secondo invece, come detto in precedenza, anche al Bologna voleva mantenere il possesso in maniera più blanda quasi ad attendere l’errore avversario e poi cogliere quel momento di disattenzione per affondare, preferendo andare in verticale passando da Zirkzee, vero regista offensivo. A livello difensivo invece Italiano utilizza un approccio più aggressivo, fatto di pressing più intenso (Bologna 1° in A per PPDA, con 9) e riaggressione feroce. In generale comunque dopo 13 giornate il Bologna dell’anno scorso doveva ancora definitivamente ingranare la marcia giusta.
BOLOGNA – DOPO 13G | 23-24 | 24-25 |
POSSESSO MEDIO | 54% | 58% |
PASSAGGI RIUSCITI META’ AVV X90’ | 176 | 197 |
RECUPERI TERZO OFFENSIVO X90’ | 3,3 | 3,9 |
TIRI TOTALI X90’ | 11,2 | 13,4 |
XG X90’ | 1,2 | 1,2 |
TIRI SUBITI X90’ | 11,3 | 10,8 |
CLEAN SHEET | 6 | 4 |
Freuler è il centro di gravità dei felsinei, la diga davanti la difesa, il vero tappabuchi di tutte le situazioni di gioco, andando anche in preventiva sugli spazi lasciati vuoti dai compagni, anche se ha meno libertà rispetto allo scorso anno di aggredire l’area di rigore avversaria. Quest’anno sono aumentati molto i compiti in fase di costruzione: se nel 23-24 erano i centrali difensivi a dirigere l’orchestra, quest’anno lo svizzero è un uomo fondamentale per l’uscita dalla pressione avversaria. Viene coinvolto in due modi: vertice di una costruzione 2+1 con i centrali, oppure 3+1 con l’ex Atalanta che si abbassa sulla linea dei centrali (vs Venezia sul centrosinistra maggiormente, dove Oristanio era più disattento rispetto a Busio), un centrocampista (soprattutto Moro) va al suo posto e vengono così liberate le corsie ai terzini che possono avanzare parecchi metri. In non possesso per compiti ricorda molto Fofana.
Come possono farsi male? La Juve abbiamo spiegato a più riprese che concede il tiro dalla distanza, quindi attenzione alle conclusioni da fuori (chiave però in negativo l’assenza di Orsolini) di Odgaard e Karlsson, ma anche Castro (vedi il supergol contro il Monza 2 mesi fa), quindi una strategia che permetta ai trequartisti di attaccare fronte alla porta e quindi calciare può essere sì la riconquista alta e rapida della sfera, ma anche attesa sul possesso bianconero indirizzando la pressione dal sul lato opposto a quello in cui agisce Cambiaso per poi aggredire e rompere i reparti bianconeri, che sicuramente porteranno almeno 4 uomini in metà campo bolognese. Allo stesso tempo i torinesi possono sfruttare le rotazioni a centrocampo per mettere in difficoltà il blocco medio bolognese che a volte è un po’ pigro nella lettura di queste situazioni, forzando magari gli esterni a liberarsi più in fretta della sfera in uscita (Conceicao e Yildiz sono abbastanza “innamorati del pallone”) ma poi porsi in 1v1 laterale e portare Koopmeiners o Thuram dentro l’area partendo da dietro (come il gol del definitivo 1-2 del Monaco in CL).