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    Verso Inter – Parma: “anziani” contro giovani?

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    Venerdì alle 18.30 a San Siro l’Inter ospita i ragazzi terribili del Parma di Pecchia, reduci dalla grande vittoria di domenica scorsa inflitta alla Lazio, che era in un grande momento di forma. Si affrontano le squadre che hanno messo in campo la formazione titolare più vecchia, l’Inter, con 31 anni di età media contro il Lecce nel 2-0 di agosto, e il Parma, con 22 anni e 9 mesi proprio contro la Lazio, che ne fa il 2° schieramento più giovane di sempre in A dal 94-95. La squadra di Inzaghi va a segno da 29 partite casalinghe di fila in campionato e potrebbe arrivare a 30 gare per la 4° volta nella sua storia. I biancoscudati, dopo la vittoria di Venezia, non ottengono 2 successi esterni di fila in Serie A da luglio-agosto 2020 (contro Brescia e Lecce). Nessuna squadra ha subito meno gol degli emiliani nei primi 30′ in questo campionato (2), allo stesso tempo l’Inter ha subito il 43% delle reti negli ultimi 15′ (6/14), percentuale negativa record al pari dell’Empoli.

    L’Inter è una sorta di macchina perfetta che ha attraversato dei momenti di transizione in questa prima parte di stagione, soprattutto da un punto di vista difensivo dove si è avuta l’impressione che ci sia stato un calo nell’intensità della concentrazione. Uno dei simboli di questa altalena è senza dubbio Bisseck, che ha rilevato il posto da titolare come terzo di destra a scapito di Pavard, out per almeno altri 20 giorni. Il tedesco è 2° nell’Inter per duelli vinti, 1° per % duelli aerei vinti (78%), 2° tra i difensori dell’Inter dietro Pavard per palloni giocati in area avversaria x90’; inoltre ha il 91% di passaggi riusciti in metà campo avversaria, ma non è un regista difensivo, più che altro la sua funzione è quella di limitarsi a trasmettere la sfera ai compagni vicini e poi gettarsi negli spazi, una funzione abbastanza simile a quella di Kossounou all’Atalanta. Allo stesso tempo è l’unico giocatore dell’Inter ad aver commesso un errore che ha portato ad un gol (vs Torino), oltre a causare il rigore del definitivo pareggio del Genoa alla prima di campionato. Lo step successivo diventa, a questo punto, eliminare ogni tipo di disattenzione.

    YANN AUREL BISSECK
    PRESENZE 8
    GOL 1
    DUELLI VINTI 67%
    DUELLI AEREI VINTI X90’ 2,6
    PALLONI GIOCATI IN AREA AVV X90’ 2
    ERRORI CHE PORTANO A UN GOL 1

    Il simbolo della discontinuità in questa stagione nerazzurra è probabilmente Lautaro Martinez. Il capitano è al centro di un continuo confronto con la memorabile scorsa stagione; a livello di numeri è senz’altro poco confortante, però ci sono almeno 3 possibili spiegazioni sul suo calo di prestazioni: il 23-24 è stata una stagione sostanzialmente perfetta sia da un punto di vista fisico che anche psicologico, quest’anno invece, complici anche le fatiche con la nazionale argentina, sembra che ancora a dicembre sia in ritardo di condizione, infine i diversi compiti a lui affidati (forse anche a causa della forma non brillante) che lo pongono un po’ più distante dalla porta. E’ infatti lui che maggiormente lega il gioco e girovaga attorno a Thuram, più che il viceversa, pur mantenendo comunque la stessa presenza in area di rigore e nei suoi pressi. L’ex Racing detta i tempi della prima pressione nerazzurra sulla costruzione avversaria, molto più del suo compagno di reparto, sia in blocco medio che in blocco alto. In tal senso, contro un Parma che ha dimostrato di saper prendere i riferimenti uomo su uomo con i difensori, lasciando però spazio tra la linea di centrocampo e quella difensiva, può essere un punto nodale del match dove l’argentino potrebbe posizionarsi.

    LAUTARO MARTINEZ DOPO 13G 23-24 24-25
    MINUTI GIOCATI 1075 923
    GOL + ASSIST 13+1 5+2
    XG X90’ 0,64 0,38
    TIRI IN PORTA X90’ 1,6 1,2
    % CONVERSIONE IN GOL 38 19

    Lato Parma. I ragazzi di Pecchia hanno ritrovato la vittoria casalinga contro la Lazio dopo oltre 3 mesi. La scelta è stata di provare ad alternare pressione alta ad attesa e avere un blocco medio molto aggressivo che non doveva permettere a Gila e Romagnoli di trovare verticali pulite verso Rovella e Guendouzi, deputati a trasmettere il pallone verso le corsie laterali senza trovare però il trequartista, vista l’assenza di Dia, e l’atteggiamento da mezz’ala di Dele-Bashiru, col compito di contrastare la forza fisica parmense in mezzo al campo. Da qui nasce infatti il gol di Man, e dall’intensità del blocco medio il gol di Mohamed. Un periodo altalenante è quello che sta passando un altro terribile gialloblù, Bonny: è il centravanti di manovra, in grado di aprire spazi ai compagni grazie al suo movimento a chiamare fuori il marcatore avversario, o di cercare i compagni per accelerare lo sviluppo della manovra imbucando per esterni e terzini. Fa ancora fatica ad avere quella cattiveria di pensare da vero centravanti, di entrare in area di rigore con foga; solitamente entra sul secondo palo nel cosiddetto “secondo tempo di gioco”, cioè dopo aver scaricato o imbucato per i compagni, prendendo lo spazio libero in area e a volte arrivando anche in ritardo. Un’Inter che fa fatica a prendere i riferimenti quando il centravanti è molto mobile, potrebbe essere una spina nel fianco di Acerbi/De Vrij e compagni.

    L’uomo che fa la differenza in questo momento è Dennis Man che è, insieme a Paz, il giocatore che crea più occasioni in Serie A (30). Una in più di Lookman, 2 in più di Pulisic e 7 in più di Kvara e De Ketelaere.
    Il rumeno è ancora forse un giocatore un po’ individualista; il prossimo obiettivo di Pecchia è renderlo ancor più partecipe e centrale negli equilibri di squadra, ma soprattutto avvicinarlo alla porta visto il suo ottimo sinistro, magari evitandogli qualche corsa all’indietro che lo può stancare e rendere meno efficace. Contro la Lazio è stato lui l’innesco della fase di pressione. A lui il compito di provare a tenere più basso Dimarco e infastidire Bastoni.

    DENNIS MAN
    PRESENZE 14
    GOL 4
    ASSIST 3
    OCCASIONI CREATE X90’ 2,5
    PARTECIPAZIONE AL GOL 35%

    Come possono farsi male? L’Inter ha dimostrato a più riprese di soffrire le squadre che la pressano ferocemente, nonostante la qualità in uscita dei nerazzurri. Una soluzione per il Parma può essere indirizzare la pressione verso Bisseck, francobollando almeno uno dei 3 centrocampisti nerazzurri che così non possono abbassarsi sulla linea dei difensori, e in tal modo far esprimere alla squadra di Inzaghi meno qualità in uscita e almeno una soluzione in meno. Per la buona riuscita della strategia, sarà importante che la pressione venga distribuita su tutto il match e non concentrata solo nei minuti iniziali; se il Parma si abbassa troppo, i milanesi sono bravi a trovare comunque gli spazi anche a difesa schierata. La pressione alta ha però la controindicazione di, se non accompagnata armonicamente da tutti, aprire spazi nella zona tra linea difensiva e centrocampisti, area in cui Thuram ma anche una mezz’ala o Dimarco possono insinuarsi. Perché Thuram e non Lautaro, come invece abbiamo detto ad inizio articolo? Perché se la pressione parmense è troppo intensa, l’Inter potrebbe optare per scavalcarla con un lancio diretto proprio sul francese, più adatto a raccogliere palloni alti rispetto all’argentino.

    Chi vincerà?

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