Domani il secondo anticipo di giornata mette di fronte il Torino di Vanoli, alle prese con 3 sconfitte consecutive tutte per 3-2 (4 se aggiungiamo la sconfitta in Coppa Italia contro l’Empoli per 1-2), e un Como che ha cambiato faccia dopo il riassetto adottato da Fabregas durante la sosta di settembre. I comaschi hanno registrato 17 attacchi diretti in questo campionato (intesi come azioni che iniziano nella propria metà campo, hanno almeno il 50% di movimenti in avanti e terminano con una giocata in area avversaria), al pari del Napoli e meno soltanto di Milan (20) e Atalanta (18). I granata sono la squadra che ha subito più tiri, sia totali (151) che nello specchio (46), oltre ad essere secondi per xGA (14.4), dietro solo al Genoa (14.7).
Il dubbio della vigilia riguarda Sanabria, alle prese con un’influenza, con Vanoli che passerebbe al 3-5-1-1 avvicinando Vlasic ad Adams ed inserendo Gineitis in mezzo al campo. Proprio il croato è tornato da titolare contro il Cagliari (già 1 gol e 1 assist in questo campionato) e la sua importanza si è subito vista: per il suo nuovo allenatore è una perfetta mezz’ala destra, capace di costruire e arrivare con qualità nell’ultimo terzo di campo, sfruttando il baricentro di squadra tendenzialmente alto che lo porta già nella trequarti.
Vlasic nella scorsa stagione si comportava da trequartista di destra nel 3-4-2-1 stabilendo una forte connection con Bellanova (da sinistra invece partiva Zapata per andare in contropiede o gettarsi sul secondo palo, in mezzo rimaneva Sanabria da classico centravanti di manovra); con Juric quindi la sua funzione era di rifinitore e invasore dotato di libertà di spaziare, per Vanoli (pare) sia più un costruttore. I diversi principi di gioco dei due allenatori impattano sul modo di stare in campo dell’ex West Ham: con Vanoli si costruisce di più e si cerca meno la seconda palla tenendo un baricentro più alto rispetto a Juric, che invece teneva in blocco basso i suoi tranne per il pressing uomo su uomo.
L’evoluzione del Como è passata anche dalla scelta di abbassarsi e togliere un attaccante (Belotti), in modo tale da avere più controllo del pallone ed essere meno frenetici alla ricerca della palla decisiva; è aumentata l’efficacia difensiva, come visibile nel dato sui recuperi nel terzo difensivo, quasi raddoppiati, e l’inserimento di Paz in pianta stabile tra i titolari e con una funzione di mezz’ala sinistra in entrambe le fasi (come fosse un 4-3-3) ha portato più sostanza ma soprattutto più qualità nell’ultimo terzo (si alzano sia possesso medio che passaggi riusciti nel terzo offensivo).
COMO: PRIME 3 VS ULTIME 5 | 1-3° | 4-8° |
POSSESSO MEDIO | 50% | 55% |
PASS RIUSCITI ULTIMO 1/3 X90’ | 76 | 92 |
XG X90’ | 1,1 | 1,2 |
RECUPERI 1/3 DIFENSIVO X90’ | 13,6 | 24,2 |
TIRI SUBITI X90’ | 11 | 9,2 |
XG SUBITI X90’ | 1 | 1,3 |
La capacità di portare tanti uomini nell’asse centrale del campo permette di non avere praticamente mai inferiorità numerica alzando anche i terzini, componendo una sorta di centrocampo a 5. L’ampiezza viene sfruttata in maniera asimmetrica, con Fadera supportato da Moreno, entrambi coi piedi sulla linea, mentre a destra Strefezza si avvicina a Cutrone e lascia la corsia a Van Der Brempt.
Chi vincerà?