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    Inter – Torino: Vanoli a casa di Inzaghi

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    L’anticipo del sabato sera mette di fronte il sorprendente Torino di Vanoli, sconfitto domenica scorsa dalla Lazio, e l’Inter di un ritrovato Lautaro Martinez. I nerazzurri hanno vinto senza subire gol le ultime 4 partite di Serie A contro il Toro; le uniche squadre contro cui hanno trovato più successi con clean sheet di fila sono l’Atalanta (5, tra settembre 1951 e settembre 1953) e il Genoa (7, tra novembre 2018 e agosto 2021). La squadra di Vanoli è rimasta imbattuta nelle prime 3 trasferte di questo campionato e nell’era dei tre punti a vittoria solo 2 volte non ha perso nelle prime 4 gare esterne stagionali (2012/13 e 2018/19).

    Se la vena realizzativa dei nerazzurri è rimasta pressoché invariata (2° attacco del campionato alle spalle dei cugini del Milan), la fase difensiva invece ha subito un rallentamento, dovuto ad una condizione fisica non esaltante, a qualche errore individuale, ma anche ad errori di posizionamento di reparto (vedi il gol di Pulisic nel derby, dove una palla persa in mezzo al campo taglia come il burro la difesa interista, o la verticale di Reijnders ad Abraham).

    0,6 MEDIA GOL SUBITI 1,2
    6,3 MEDIA DRIBBLING SUBITI 7,7
    10,4 MEDIA TIRI SUBITI 11
    3 MEDIA TIRI IN P. SUBITI 4,2
    81 % PARATE 72
    2023/24 2024/25

    Uno dei giocatori che sta mancando di più in questo inizio di stagione è sicuramente Mkhitaryan, ancora in ritardo di condizione. Quando sta bene (vedi la trasferta di Udine) è però un elemento determinante per Inzaghi: l’importanza dell’armeno è ascrivibile ad entrambe le fasi, infatti funge da doppio mediano in costruzione, permettendo lo sganciamento di Barella nelle continue rotazioni in mezzo (funzione ancora più netta quando gioca Frattesi), in non possesso invece riesce sempre a stare nel posto giusto e fare densità centrale, pronto a raddoppiare sull’esterno.

     

    I granata invece hanno sorpreso in questo avvio perché, nonostante i presupposti non fossero felicissimi con le partenze di Buongiorno e Bellanova, Vanoli ha dato un’identità chiara, passando ad un 3-5-2 più ragionato, più verticale ma meno votato alla ricerca della seconda palla, piuttosto incentrato sugli scambi in zona centrale per poi attaccare la profondità lateralmente e, a differenza di quanto accadeva con Juric, non con Zapata, che non si decentra più a sinistra ma funge da riferimento centrale dove Adams, Sanabria e le mezz’ali gli girano intorno. La passing network nella sfida di un mese fa contro l’Atalanta è indicativa in tal senso: una squadra in grado anche di tenere il baricentro basso (come potrebbe accadere contro l’Inter, o forse no…?), preparando le preventive soprattutto sul lato di Lazaro, più portato a offendere, con le posizioni chiave di Ilic e Ricci, rispettivamente con funzioni di invasore e costruttore.

    Ricci è il faro granata, in grado sia di fraseggiare corto che di verticalizzare, capacità non comune tra i centrocampisti di oggi, fungendo da vero e proprio metronomo. Non è preciso sotto porta e non è ancora decisivo nell’ultimo passaggio (quanto invece nel penultimo), aspetti in cui può decisamente migliorare (appena 3 gol e 3 assist in 78 presenze al Torino, con una media di 0,8 occasioni create x90′). La sua miglior partita stagionale è probabilmente quella contro il Verona, in cui è stato dominante in mezzo e capace di portare sempre il pallone nell’ultimo terzo con qualità. Un degno erede di Calhanoglu?

    Come possono farsi male? Il Torino in queste partite ha sofferto l’aggressività e la densità laterale degli avversari (vedi i gol dello 0-1 e dello 0-2 della Lazio) che poi scaturiscono in palle verticali e profonde, in cui spesso i quinti vengono trovati impreparati perché fuori posizione e i terzi sono pigri in preventiva; l’Inter è maestra in queste situazioni, defilando Thuram e portando la mezz’ala in zona palla si possono aprire scenari importanti soprattutto dal lato di Lazaro. I nerazzurri invece hanno dimostrato una certa difficoltà quando vengono aggrediti alti già il portiere e i primissimi costruttori di gioco (i 3 centrali più, a turno, uno tra Calhanoglu e Mkhitaryan/Zielinski): se vengono tolte le tracce verticali, la squadra di Inzaghi non riesce a creare quegli spazi vuoti nei quali si gettano con ferocia almeno 5 uomini (le transizioni artificiali). Inoltre, gli errori di posizionamento del reparto difensivo di questo inizio di stagione fanno pensare che se la squadra di Vanoli riesce a combinare centralmente permettendo l’inserimento i centrocampisti (aspetto assolutamente migliorabile), che sia tra le linee o in area di rigore, può essere un’arma per fare male ai campioni d’Italia.

    I granata impensieriranno i bistellati?

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