Oggi voglio portarvi dentro Olanda-Francia per vedere la partita stasera con occhi diversi, avendo già delle chiavi di lettura pronte per l’uso.
A me è piaciuta molto l’Olanda vista contro la Polonia: una squadra duttile che sa adattarsi ai diversi momenti della partita. In particolar modo il centrocampo porta un valore aggiunto sia alla linea difensiva a quattro, che al tridente offensivo. Due gli uomini chiave: Schouten e Reijnders. Il centrocampista del PSV è bravo sia ad assorbire gli inserimenti del trequartista avversario, oggi Griezmann, abbassandosi tra i due centrali di difesa, sia a impostare l’azione da dietro cercando sempre corridoi interni per saltare le linee di pressing avversarie. Fondamentale da questo punto di vista l’apporto di Reijnders, che partendo dalla posizione di mezzala è libero di inserirsi in attacco sfruttando gli spazi aperti da Depay, centravanti atipico che non dà punti di riferimento. Il fuoriclasse degli Orange è comunque Gakpo, dotato sia di mezzi tecnici che di struttura fisica. Il talento del Liverpool parte largo a sinistra, ma tende spesso ad accentrarsi ed essere pericoloso in area di rigore.
La Francia risponderà con un gioco più lineare con giro palla più orizzontale e posizioni più
statiche in campo. I transalpini dovranno sfruttare le capacità balistiche dei propri giocatori
per attaccare l’Olanda sul suo lato debole con improvvisi cambi gioco. Theo Hernandez sarà
quindi decisivo sia per la sua capacità di calcio, ad esempio per lanciare direttamente Dembélé, sia per ricevere sulla corsa i cambi gioco dall’out opposto. L’eventuale assenza di Mbappé responsabilizzerebbe ancora di più il milanista. Thuram, che dovrebbe giocare davanti a lui, si accentrerà spesso lasciandogli libera tutta la corsia esterna. Tra i due modelli di gioco preferisco quello dinamico e fluido, come da tradizione, degli Orange, ma chiaramente la Francia può contare su grandi individualità e su “Speedy Gonzalez” Kanté.