Kvaratskhelia ha sorpreso tutti lo scorso anno quando da perfetto sconosciuto ha vinto lo scudetto con il Napoli, ha raggiunto i quarti di finale di Champions ed è stato eletto miglior giocatore del campionato, tutti elementi che sta tenendo in considerazione il PSG, che pare sia interessato al classe 2001.
Quest’anno, come tutta la squadra azzurra, sta vivendo un momento di flessione che è facilmente ravvisabile nei numeri: il georgiano ha segnato 4 volte in meno tra Serie A e CL e ha fornito 7 assist in meno, frutto anche del non proprio magic moment partenopeo. La squadra passata da Garcia a Mazzarri e poi Calzona fa ancora del possesso il suo principio cardine, ma in maniera totalmente diversa rispetto al 22-23 spallettiano: oggi il possesso riflette il dominio territoriale e fa chiudere gli avversari, nella scorsa stagione invece tenere il pallone in blocco basso serviva soprattutto per stanare le contendenti e pungerle con 40 metri di campo da attaccare in profondità, grazie alle frecce Osimhen e appunto Kvara. Per questo motivo l’ex Dinamo Batumi riceve meno passaggi progressivi e conduce meno volte il pallone in area avversaria.
KVARA 22-23 | KVARA 23-24 | |
Gol+Assist | 14+14 | 10+7 |
Passaggi progressivi ricevuti x90’ | 10,4 | 8,8 |
Tocchi trequarti offensiva x90’ | 41 | 36 |
Conduzioni in area avversaria x90’ | 3,2 | 2,6 |
Dribbling tentati x90’ | 7,6 | 7,3 |
Lo scorso anno era stato messo nelle condizioni di dribblare nelle zone decisive del campo, ossia nell’ultimo terzo e solo raramente lontano dalla porta, come si vede nella mappa appena sotto.
Quest’anno dribbla molto all’interno dell’area di rigore sul centrosinistra, frutto anche della maggior quantità di avversari che si ritrova ad affrontare, sia perché ora Kvara è diventato più “leggibile”, sia perché il modo di portare la palla in avanti degli azzurri è cambiato, come detto in precedenza.
Involuto o solo una stagione storta?