Nel girone d’andata poco felice del Napoli c’è sicuramente un fattore che sta incidendo più di altri: l’involuzione di Kvaratskhelia. Il georgiano ha cambiato il raggio d’azione rispetto allo scorso anno, dove Spalletti preferiva tenerlo coi piedi sulla linea del fallo laterale, mentre Garcia prima e Mazzarri dopo preferiscono tenerlo più dentro il campo.
L’evoluzione posizionale dell’ex Rubin Kazan l’ha portato sicuramente più vicino alla porta ma anche ad occupare spazi già intasati dove è più complicato liberarsi della pressione avversaria. L’accentramento ha causato un calo nella ricezione di passaggi progressivi, quasi 2 in meno a partita in media; di contro, però, si presenta 1 volta in più a partita in conduzione nell’ultima trequarti. Sembra anche che la sua pericolosità sia calata drasticamente: quasi dimezzate le azioni da goal/90′, a fronte però di un xG in sovrastima rispetto alle reti segnate. Il dato che balza più all’occhio è quello delle grandi occasioni fallite: a metà campionato sono già 6 in più dello scorso anno (fonte: FBREF e Sofascore).
2022-23 | 2023-24 | |
Azioni da gol/90’ | 0,86 | 0,49 |
Palla al piede nell’ultima trequarti | 2,2 | 3,4 |
Passaggi progressivi ricevuti/90’ | 10,4 | 8,7 |
Grandi occasioni fallite | 3 | 9 |
Goal | 12 | 5 |
xG | 8,2 | 6,8 |
Una delle chiavi dei partenopei nella scorsa stagione è stata la capacità di innescare la superiorità numerica sugli esterni grazie al fondamentale lavoro di Mario Rui, che occupando spesso spazi più da mezz’ala che da terzino consegnava tanto spazio (e tempo) al georgiano per puntare l’uomo o per cercare la giocata decisiva.
Per ritrovare un Napoli spumeggiante bisogna recuperare il miglior Kvara, che più che involuto sembra forse appannato: riproporlo nella sua comfort zone e toglierlo dal traffico della trequarti può essere la soluzione?