Ci voleva un secondo tempo monumentale del Frosinone al Maradona: battuto il Napoli addirittura per 0-4 e prima storica qualificazione ai quarti di Coppa Italia. Per i partenopei è stata una partita stregata e poco incisiva nella metà campo avversaria. Un dato che ci può aiutare è il possesso palla: i partenopei hanno gestito il pallone per il 71% del tempo nella propria metà campo e per il 29% in quella avversaria. Senza la verticalità di Lobotka e il riferimento in profondità continuo di Osimhen, la squadra di Mazzarri è parsa troppo orizzontale e compassata, ancor di più nel secondo tempo.
In contrapposizione, il Frosinone ha tenuto il possesso per il 60% del tempo nella propria metà campo e per il 40% in quella del Napoli, sottolineando la verticalità e la presenza costante nella trequarti offensiva dei ciociari, soprattutto nel secondo tempo, dettata anche dalle caratteristiche da profondità di Cheddira e Caso.
A riprova di quanto detto, fondamentale diventa l’indice di verticalità: nella top 5 dei partenopei vi si trova tutto il pacchetto arretrato, mentre per il Frosinone, eccezion fatta per Cerofolini, tutti giocatori offensivi. Difficoltà chiare per i campioni d’Italia in carica di innescare Raspadori, Lindstrom e Simeone.
Servirà questa sconfitta al Napoli per proseguire al meglio la stagione e centrare il piazzamento Champions? Come affronterà i prossimi impegni il Frosinone?