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    Verso Milan – Juventus: tra difesa e centravanti

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    Sabato alle 18 è previsto il primo dei due big match di giornata, a San Siro occhi puntati su Milan e Juventus. La squadra di Fonseca cerca punti preziosi per riavvicinare la testa della classifica, i bianconeri provano a mandare nel baratro i padroni di casa. Prima della Juventus nel 2024/25, l’ultima squadra che aveva registrato 9 clean sheet nelle prime 12 era stata sempre la Vecchia Signora nel 2014/15. I bianconeri (62) e il Milan (45) sono le due squadre che hanno prodotto più sequenze di almeno 10 passaggi terminate con un tiro o un tocco in area avversaria in questa Serie A. I milanesi sono la squadra che ha trascorso meno minuti in situazioni di parità in questa Serie A (345, recupero incluso); in questi momenti di gioco hanno generato più xG in media nei 90 minuti (1.9), mentre la Juventus è quella che ne ha subiti di meno (0.6).

    Fonseca durante la sosta ha lavorato per riequilibrare la sua squadra: il 4-2-3-1, almeno per il momento, non dà garanzie alla fase difensiva dell’intero 11 titolare, i difensori sono troppo esposti agli attacchi avversari e il solo Fofana non può essere l’unico filtro. Problemi arretrati dettati sia da errori individuali, di reparto e poca compattezza tra gli stessi reparti. Contro il Cagliari i difetti dei rossoneri sono venuti tutti fuori: i Diavoli sono 8° in A per duelli aerei vinti (dato che si è abbassato tantissimo contro i sardi), ultima per palloni recuperati ed è la 6° squadra che commette più errori che portano a un tiro avversario. Unito a questo, il 4-4-2 in non possesso non agevola i terzini, spesso esposti al 2v1 laterale non avendo l’aiuto di un centrocampista o dell’esterno di parte (al contrario di quanto successo a Madrid). Contro gli isolani infatti il 4-4-2 prevedeva l’innalzamento e accentramento di Leao sulla linea di Abraham/Camarda per evitare le imbucate centrali e invogliare la squadra di Nicola a cercare le fasce laterali, a quel punto Reijnders fungeva da esterno sinistro, ma spesso scalava con i tempi sbagliati su Zappa (complice anche il baricentro basso del Milan soprattutto nel 2T), aprendo la possibilità di uscita dalla pressione, con conseguente combinazione laterale e affondo. Da notare il vuoto sul lato destro tra Fofana, Emerson e Thiaw: manca proprio un centrocampista per colmarlo.

    I NUMERI DIFENSIVI DEL MILAN POS.
    GOL SUBITI 14
    TIRI SUBITI X90’ 10,8
    XG SUBITI X90’ 1,1
    PALLONI RECUPERATI X90’ 39,5 20°
    ERRORI CHE PORTANO AL TIRO 7

    Fofana è una colonna portante del Milan, cerniera tra difesa e centrocampo e in grado di proteggere il reparto difensivo con la sua funzione da “tappabuchi”, un po’ quella che aveva Kessiè prima e Bennacer poi. Grazie alla sua intelligenza tattica riesce ad unire senso di posizione e struttura fisica per alleggerire di compiti il reparto arretrato. E’ abile anche in uscita, diventa un trasmettitore importante di tracce verticali che spostino la sfera dal terzo difensivo al centrocampo (cercando soprattutto il compagno Reijnders), rischiando la giocata (e a volte anche sbagliando, deve ancora pulirsi tecnicamente). Il suo punto forte? Le corse orizzontali nella propria metà campo per coprire ampiezza, e verticali in quella avversaria per otturare l’uscita; nel Milan, è 1° per palloni recuperati insieme a Theo (39), 2° per intercetti (9), 4° per contrasti vinti (7), 1° per passaggi riusciti in metà campo avversaria con Reijnders (220).

    YOUSSOUF FOFANA
    PRESENZE 10
    GOL+ASSIST 1+1
    PALLONI RECUPERATI X90’ 4,1
    INTERCETTI X90’ 1
    PASS RIUSCITI META’ AVV X90’ 25

    La funzione di Morata come attaccante di raccordo è ormai chiara: nella sfida vs Monza questo atteggiamento è stato molto tangibile, la volontà è quella di svuotare il centro per non dare riferimenti ai difensori, permettendo cosi gli ingressi degli esterni e, in caso di 4-3-3 soprattutto, delle mezz’ali (Reijnders e Loftus-Cheek). Con un Leao che, come detto sopra, pare stia accentrando maggiormente la sua posizione muovendosi ormai più in verticale che in diagonale/orizzontale, potrebbe essere una scelta che paghi soprattutto in relazione al fatto che i difensori juventini sono molto bravi quando prendono dei riferimenti fissi. Distante dalla porta significa più partecipazione al gioco ma anche meno incidenza in zona gol: che torni a fare il centravanti d’area di rigore, sfruttando i suoi centimetri e i movimenti a sfilare alle spalle del marcatore (attenzione al duello con Kalulu, negli anni al Milan ha dimostrato di perdere riferimenti in questo genere di marcature)? Morata è 2° tra gli attaccanti del Milan (dietro Leao) per passaggi riusciti nell’ultimo terzo x90’; è però ultimo tra tutti gli uomini offensivi dei rossoneri per tiri totali x90’ (dietro anche ad Abraham e Chukwueze).

    ALVARO MORATA
    PRESENZE 8
    GOL 2
    TIRI TOTALI X90’ (IN PORTA) 1,9 (0,8)
    PASS RIUSCITI ULTIMO 1/3 X90’ 6,9
    PALLONI GIOCATI X90’ 37

    Lato Juventus. Thiago Motta è alla ricerca del modo di proteggere meglio il suo reparto arretrato (vista l’assenza di Bremer e ora anche di Cabal), ma anche del modo di rendere più cinico Koopmeiners, oltre al grattacapo dell’infortunio di Vlahovic che pone il problema centravanti.

    La protezione può passare anche da un uomo come Locatelli, sempre più centrale nel progetto. Il centrocampista ha ripreso il percorso che era stato interrotto con l’addio a De Zerbi dopo la separazione al Sassuolo (da un punto di vista della fase di possesso): con RDZ l’ex Milan molto spesso giocava da mezz’ala destra nel 4-3-3 o da doppio mediano nel 4-2-3-1, con licenza sia di entrare come incursore che di essere una vera e propria fonte di gioco per gestire il pallone, sia come strumento offensivo che difensivo, pur essendo comunque (sia prima che tuttora) un po’ troppo orizzontale, il salto per trovare le verticali vincenti lo deve ancora fare. In non possesso, le sue corse orizzontali servivano per raddoppiare lateralmente. Con Allegri i suoi compiti, soprattutto nella passata stagione, erano diversi: gestore del pallone in qualità di “smistatore” e non come fonte di gioco primaria da cui far passare i palloni decisivi, in non possesso invece si abbassava sulla linea dei difensori per compattare ancor di più l’asse centrale. Ciò ha portato a conseguenze positive e negative: per le prime, maggior disciplina difensiva, capacità di coordinare il suo lavoro con quello dei difensori, “inspessimento” fisico; per le seconde invece, si è dispersa la sua fiducia quando in possesso della sfera, ridotta visione di gioco, incapacità di trovare tracce interessanti in verticale, meno inserimenti tra le linee. Oggi sembra un giocatore nuovo, che ha fatto propri i concetti difensivi di Allegri e ha integrato le nuove richieste di Thiago Motta, che lo utilizza come “spostatore diagonale” della sfera per avanzare il baricentro, ottenendo così una certa sicurezza nelle giocate che non avresti giocando in verticale. Copre meno zone di campo e quindi può fare tutto con più lucidità e qualità.

    MANUEL LOCATELLI 2023-24 2024-25
    % PASSAGGI RIUSCITI 86 92
    PASS RIUSCITI ULTIMO 1/3 X90’ 12,9 14,9
    PALLONI RECUPERATI X90’ 5,1 4,4
    CONTRASTI VINTI X90’ 1,3 2

    Koopmeiners sta attraversando una fase di ambientamento ai nuovi principi e ai nuovi compiti rispetto a quelli che gli dava Gasperini a Bergamo: “innesco” del pressing con i nerazzurri nella fase di non possesso e uomo che doveva occuparsi di raccogliere la marcatura sulla principale fonte di gioco avversaria (fu degno di nota il duello ingaggiato con Adli in Milan-Atalanta dello scorso campionato), per poi, in possesso, essere una sorta di attaccante-incursore più che di centrocampista. Perché attaccante? Perché era lui che iniziava l’azione sulla trequarti e anche la concludeva con movimenti diagonali dal centro verso l’esterno a scappare alle spalle dei difensori avversari, attaccando il lato debole (e avendo molta libertà di movimento su tutto il fronte offensivo). Oggi a Torino la sua evoluzione racconta di un vero centrocampista (che ricorda i tempi dell’AZ Alkmaar), in grado di spostare in avanti la qualità delle giocate e di accendere gli uomini offensivi bianconeri. Predilige, come suo solito, la porzione di centrodestra, con compiti da seconda punta di sostegno nei metri finali (è arrivato tante volte al tiro 1v1 col portiere in questa stagione, gli è mancato solo il gol). Entra quindi in moto in una zona di campo spostata di circa 10/15m più in basso rispetto all’esperienza bergamasca.

    Contro un Milan che fa fatica a trovare la superiorità (ma a volte anche la parità) numerica a centrocampo e a prendere i riferimenti tra le linee, un giocatore come Koopmeiners in grado di aggredire gli spazi lasciati liberi soprattutto da un finto 9 come pare sarà Weah sabato può essere una chiave per mandare fuori giri Fofana e compagni. L’olandese, nella Juve, è 2° per occasioni create (13, dietro Cambiaso con 17, però con 559 vs 992 minuti giocati) e 3° per xG (davanti a lui solo Weah e Vlahovic).

    TEUN KOOPMEINERS
    PRESENZE 8
    GOL+ASSIST 0+1
    TIRI TOTALI 15
    XG 1,9
    OCCASIONI CREATE X90’ 2,1
    % PASS RIUSCITI META’ AVV 88

    L’idea che Weah possa giocare da centravanti vista l’assenza di Vlahovic prende sempre più corpo; tra l’altro in questa stagione è già successo nel 2T della partita contro il Napoli, mandando in onda l’antipasto di quello che poi si è consumato in Napoli-Atalanta, ossia la mancanza di un vero centravanti ha provocato problemi non indifferenti alla retroguardia partenopea (con Pasalic nello specifico). I difensori del Milan hanno dimostrato nella partita vs Cagliari, ma anche contro il Real Madrid in un paio di situazioni, di soffrire molto i duelli aerei e quindi le palle alte, d’altra parte però un giocatore in grado di chiamare fuori i centrali mette gli stessi sempre nell’imbarazzo di dover prendere la scelta o di seguire o di attendere e fare girare l’attaccante; in tal senso attenzione agli inserimenti di Koopmeiners, agevolato rispetto a quando lì davanti c’è il serbo.

    Come possono farsi male? La Juventus, è ormai noto, è una squadra capace di imbastire delle transizioni artificiali con il solo giropalla dei difensori, portando Cambiaso dentro al campo e a volte liberando a sorpresa un centrale tra le linee (vedi Kalulu vs Lazio nell’espulsione di Romagnoli): attenzione quindi alla pressione rossonera, spesso alta e compatta centralmente ma troppo scoperta lateralmente e con tanti spazi alle spalle di Fofana. Il Milan ha dimostrato a più riprese di essere forte nelle ripartenze liberando in particolare gli attacchi laterali: i bianconeri sono in una fase della stagione in cui stanno iniziando ad esporsi alle transizioni avversarie, quindi potremmo aspettarci la squadra di Thiago Motta che tiene il pallino del gioco con gli uomini di Fonseca che invece attendono di più per poi trovare spazi in profondità senza così esporsi alle transizioni artificiali. Chi vincerà?

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