Il posticipo del lunedì sera mette di fronte l’ottima Lazio di Baroni e l’incostante Cagliari di Nicola, alla ricerca di continuità e concretezza. I biancocelesti vantano il miglior saldo positivo per reti fatte tra le prime 10 partite di questo campionato e dello scorso: 22 contro 13, +9 per i biancocelesti. I rossoblù hanno mancato l’appuntamento con il gol in 6 delle prime 10 e in Serie A, nelle prime 11 gare, ha fatto peggio solo nel 1990/91, quando non riuscì a segnare in 7 incontri.
Baroni è riuscito a cucire un abito perfettamente su misura alla squadra che in estate ha dovuto abbandonare i suoi totem Luis Alberto, Immobile e Felipe Anderson, liberandosi forse da ogni tipo di condizionamento individuale in nome dell’armonia di squadra. Delle 30 segnature in tutte le competizioni infatti 25 derivano dal reparto offensivo, in forma smagliante: nei top 5 campionati europei si trova al 3° posto.
GOL DEGLI ATTACCANTI | |
1 – BARCELLONA | 38 |
2 – BAYERN MONACO | 30 |
3 – LAZIO | 25 |
4 – REAL MADRID | 21 |
5 – ATALANTA | 19 |
Un abito soprattutto offensivo che ha reso i romani belli e frizzanti: 4-2-3-1 collaudato che prevede la doppia punta di movimento in avanti, con Dia alle spalle di Castellanos; la squadra di Baroni ha individuato nel lato destro il lato debole del Como, ha quindi spostato il baricentro offensivo sulla sinistra decentrando l’argentino, portato vicino a Tavares, per far prendere i corridoi interni a Pedro (9) e all’ex Salernitana (11). Allo stesso tempo, Marusic a destra è un terzino d’appoggio, rimane più accorto di Tavares e isola Isaksen sui possibili cambi di fronte (ma attenzione a Tchaouna…). L’importanza del centravanti è ravvisabile anche nel suo contributo in non possesso, prova sempre a infastidire la costruzione avversaria ed è lui il giocatore che dà i tempi e indirizza la pressione biancoceleste.
Il Cagliari fa fatica a trovare tracce verticali chiare e definite per trovare i propri attaccanti, che comunque hanno avuto modo sia di calciare che di essere realmente pericolosi. La squadra di Nicola infatti tende ad aggirare il castello difensivo avversario trovando le fasce e provando le imbucate centrali o, più facilmente, il cross o il tiro da fuori con Marin soprattutto. Dei 14 tiri del Cagliari contro il Bologna, ben 3 sono arrivati di testa e tutti dentro l’area, a dimostrazione del fatto che comunque riesce ad essere molto pericoloso: manca cinismo (è 9° per xG prodotti totali, con 13.4, a fronte di 8 gol segnati, quindi c’è un’underperformance di -5.4: ciò significa che il Cagliari avrebbe dovuto segnare oltre 5 gol in più rispetto a quelli che ha fatto).
TIRI TOTALI | |
1 – PICCOLI | 30 |
2 – MARIN | 12 |
3 – GAETANO | 12 |
4 – MINA | 11 |
5 – LUVUMBO | 10 |
Il Cagliari comunque ha ottenuto buoni risultati contro squadre simili ai principi adottati dalla Lazio, un esempio su tutti la vittoria di Parma per 2-3: l’attesa alternata ad una forte aggressione sulla prima costruzione, intasando la rifinitura con almeno 3 uomini, ha permesso agli isolani di far cadere in confusione i difensori emiliani sia quando erano in possesso del pallone che quando bisognava prendere i riferimenti nella zona cruciale del gioco; attenzione che i biancocelesti è vero che sono più ordinati e precisi in costruzione, ma alle spalle dei 2 centrocampisti tendono a lasciare qualche spazio, soprattutto se uno dei due centrali (nello specifico il più portato è Gila) non rompe la linea. Allo stesso tempo la Lazio, orfana del treno Tavares, può contare su tante armi offensive, essendo forte sia in ripartenza, sia nel gioco verticale che anche nelle triangolazioni interne; il punto focale, come detto sopra, è l’isolamento di uno dei due esterni per attaccare il lato debole, dove solitamente il Cagliari concede spazi. La scelta però starà nel capire se isolare il lato sinistro (Noslin o Zaccagni) o il lato destro.