Tra polemiche circa rinvii e assenze per squalifiche, il Napoli bussa alla porta rossonera per legittimare le proprie ambizioni da titolo (ma guai a farne parola con Conte). Gli ultimi match hanno esaltato giocatori come Di Lorenzo e McTominay e forse leggermente demoralizzato Lukaku.
Abbiamo già visto diversi terzini andare dentro al campo e giocare da mezzala aggiunta, ma in Serie A non c’è difensore che occupi di più l’area avversaria di Di Lorenzo (22 tocchi), salvo Dimarco che è di fatto diventato un esterno offensivo aggiunto. Contro il Lecce, nel 4-3-3 disegnato da Conte ha giocato di fatto sulla stessa linea dei centrocampisti McTominay e Gilmour, fungendo da appoggio in ampiezza al play Anguissa, e creando densità laterale a destra assieme a Ngonge e a Lukaku, per permettere l’isolamento di David Neres nell’ 1 vs 1. In sintesi, Di Lorenzo di ruolo fa il terzino, ma la sua funzione è quella di un centrocampista laterale invasore, dove spesso nelle triangolazioni è il vertice alto (e quindi di fatto conclude lui l’azione nell’half space o sul fondo a destra).
McTominay invece è di fatto la punta che affianca Lukaku sia in prima pressione su costruzione in gioco avversaria, sia in fase di possesso quando Anguissa si abbassa per ricevere, nonchè su costruzione in gioco partenopea. Con Lukaku sul centrodestra e Kvara in ampiezza larga, lo spazio da attaccare per lo scozzese diventa naturalmente il corridoio interno sinistro.
Circa Lukaku, non ritengo che il belga stia vivendo necessariamente un periodo di difficoltà, ma stia vivendo l’evoluzione di molti attaccanti da prima punta di ruolo a funzione di rifinitore, vedasi Lautaro e Morata. E proprio da rifinitore, ha già realizzato 4 assist (esclusa la stagione strepitosa 20-21 con 11 assist in maglia nerazzurra, non ha mai superato i 7 assist in campionato). Sotto porta ha statisticamente pure una buona precisione, il 66%.Ciò che forse gli si può imputare, specie nella partita contro l’Empoli, è il limite di non riuscire talvolta a variare le giocate in verticale, a differenza ad esempio del subentrante Simeone, molto più mobile e presente in area.
Lato Milan: nelle ultime due partite di campionato contro Lecce e Fiorentina, Leao ha toccato in area il pallone solo 7 volte. Tuttavia, quest’anno all’interno dei 90° minuti Leao calcia maggiormente sia in generale (4 tiri contro i 2.5 dello scorso anno) che in porta (1.7 contro 0.8), pur considerando che ha disputato solo 7 partite. Osservando la heatmap della stagione corrente appare che in area Leao faccia meno tocchi avanzati. E se fosse un problema circa da dove calcia? Se Leao calciasse più da lontano, aumentando la difficoltà di conversione? È possibile, perchè rispetto alle due stagioni precedenti, Leao in media calcia più da lontano, ossia 18.5 m.
La scorsa stagione il portoghese nelle prime 8 partite aveva realizzato 3 gol e 3 assist, quest’anno 1 rete sempre 3 assist. E se la narrazione fosse non tanto che Leao evidenzia alcune difficoltà in fase realizzativa, ma che nonostante le difficoltà raggiungerà comunque la doppia cifra di gol (e verosimilmente di assist), considerando il suo trend? Lo sapremo a fine stagione, ma chissà che domani sera non ne potremmo avere un anticipo. E big match sia.