Domani Italia e Belgio si affrontano a Roma per la 3° giornata del Gruppo 2 di Nations League A, che coinvolge anche Israele e Francia. Le scelte dei ct Spalletti e Tedesco dovrebbero ricalcare, salvo poche eccezioni (vedi De Bruyne, out per infortunio), ciò che si è visto durante la sosta di un mese fa, in cui entrambe hanno affrontato i transalpini.
Gli azzurri dovrebbero presentarsi con gli stessi 11 che hanno battuto gli uomini di Deschamps, con un unico dubbio su chi impiegare alle spalle di Retegui, Pellegrini o Raspadori? Il 3-5-2 è abbastanza camaleontico considerando anche le caratteristiche degli interpreti: in possesso Calafiori si alzava sulla linea di Ricci portando la costruzione a 4+2, mentre in non possesso il difensore dell’Arsenal generalmente si è preoccupato di rompere la linea per prendere Griezmann (trequartista), con Mbappè affidato a Di Lorenzo e Bastoni più staccato dietro per raccogliere la profondità e aiutare Dimarco con Olise. Un baricentro basso che ha permesso di togliere metri in avanti ai francesi e soprattutto di guadagnarne per capovolgere il fronte, soprattutto nella seconda frazione di gioco. Les Bleus hanno faticato a leggere i movimenti senza palla in zona centrale (una grande contraddizione rispetto alla loro storia recente, soprattutto ad Euro24, sempre capaci di chiudersi a riccio e otturare le zone nevralgiche del campo obbligando gli avversari ad aggirare il castello difensivo), in cui gli azzurri sono riusciti sempre a portare un uomo in più.
E il Belgio? I Diavoli Rossi hanno perso 2-0 contro i cugini pieni di turnover, mettendo in campo una partita con poca grinta e determinazione, a detta di De Bruyne. In generale, a Tedesco piace giocare col trequartista, portando il giocatore del City spesso in posizione di centravanti per liberare la profondità a Lukaku o ad Openda. Senza il numero 7 le cose sono diverse: probabile l’impiego di Trossard alle spalle del finalizzatore del Lipsia, con caratteristiche chiaramente da invasore e “disturbatore” della linea difensiva avversaria non in rifinitura, quanto per la sua velocità e capacità di inserirsi negli half spaces, come del resto fa con l’Arsenal di Arteta. Giocate verticali totalmente affidate al cervello di Tielemans, che deve imbeccare le frecce Doku e Lukebakio. L’aggressività e densità in zona palla sono principi cardine, infatti sono riusciti a chiudere i francesi nella loro metà campo praticamente per tutto il match, senza però ottenere frutti, ingabbiati anche dalla scelta di Deschamps di attendere per poi colpire in ripartenza. Il baricentro offensivo è chiaramente spostato sulla sinistra, la zona più qualitativa.
Che partita sarà? Spalletti potrebbe optare per una strategia simile a quella adottata contro la Francia, con la differenza che i belgi faticano ad uscire dalla pressione, infatti soprattutto Faes e Castagne non sono sempre puliti nella gestione del pallone, in particolar modo quando si deve passare per vie centrali e se Tielemans viene obbligato a girovagare per liberarsi dalla marcatura (potrebbe essere un compito perfetto per Tonali, un po’ come Konè a settembre); alternare pressione alta ad attesa potrebbe essere una soluzione. Sarà fondamentale anche la posizione di Di Lorenzo e Cambiaso rispetto a Doku. Tedesco d’altra parte conosce le qualità in uscita dell’Italia e potrebbe scegliere un atteggiamento più prudente però, considerando che difficilmente ha cambiato la sua idea, potrebbe invece mettere in difficoltà gli azzurri andando uomo su uomo e costringendo la via di fuga su Donnarumma o sul piede destro di Bastoni, indirizzando quindi la pressione proprio da sinistra verso destra.
Per concludere, snoccioliamo qualche dato:
(Dati Nations League A) | ITALIA | BELGIO |
Tiri | 23 (10°) | 31 (5°) |
Dribbling | 34 (12°) | 51 (4°) |
Indice di pressing (PPDA) | 13,2 (8°) | 12,1 (6°) |
% Passaggi progressivi riusciti | 66% (12°) | 88% (2°) |
Chi vincerà?