Dopo due giorni di pausa dalle partite, scatta l’ora degli ottavi di finale ed è già tempo di Azzurri. Il primo ottavo, infatti, vedrà di fronte gli uomini di Spalletti e la Svizzera del CT Yakin, apparsa molto solida, organizzata difensivamente e frizzante in fase offensiva, impressionando nel girone di qualificazione. Il pareggio degli elvetici nell’ultima gara contro una delle favorite, la Germania, ha sicuramente dato entusiasmo e consolidato le certezze dei nostri avversari. Proprio il gol contro i tedeschi è emblematico e ci svela i segreti di questa solo apparentemente “piccola squadra”.
In non possesso la Svizzera si difende con 11 uomini dietro la linea del pallone. Anche in occasione del gol contro la Germania, infatti, Rieder, uno dei giocatori più offensivi, rientra supportando Xhaka e raddoppiando su Musiala: il recupero palla così riesce e funziona. L’esterno del Lipsia può così guadagnare campo, avviando la transizione, accompagnata molto velocemente da Freuler che, come un treno, gli transita davanti per offrire la soluzione di passaggio verticale, attaccando la profondità. Embolo e Ndoye, invece, non danno riferimenti agli avversari, si muovono continuamente, cercando di far aprire la difesa avversaria e di creare spazi. Nell’azione specifica sarà proprio Ndoye a ricevere palla, triangolare con Rieder per poi attaccare il primo palo e fare gol. La Svizzera è una squadra che accetta il baricentro basso in non possesso, in modo ordinato e, una volta recuperata palla, accende i suoi giocatori offensivi veloci, attaccando profondità e porta: proprio Ndoye è il secondo tiratore di questi Europei, 10 tiri in 3 partite, dietro solo a CR7 con 14.
Una squadra che ha tante individualità che si muovono in un contesto funzionale, l’Italia dovrà stare attenta a prendere le giuste contromisure.