L’Albania di Sylvinho è l’ultima squadra del girone dell’Italia (contro la quale esordirà a Dortmund il 15 giugno), il B. Tra le compagini dell’ultima fascia è sicuramente tra le più toste e sarà l’ago della bilancia del raggruppamento, ha infatti vinto il suo girone di qualificazione mettendo dietro di sé Repubblica Ceca e Polonia.
In attesa delle scelte definitive, saranno molti i giocatori che sono passati o che ancora militano nella nostra Serie A: Berisha o Strakosha tra i pali, Hysaj, Ismajili e Djimsiti nella linea a 4, Asllani e Ramadani in mezzo e Manaj (non sicuro del posto, occhio a Borja) e il neroverde Bajrami.
Gli albanesi sono una squadra molto rocciosa ma anche piena di qualità nell’ultima trequarti: prendiamo a riferimento le posizioni medie dell’amichevole di fine marzo giocata contro la Svezia, in cui i balcanici sono scesi in campo con il 4-3-3 (per il futuro attenzione anche a possibili dirottamenti al 4-2-3-1 o al 4-4-2). La squadra è sempre compatta in entrambe le fasi, difficilmente si spacca perché Ramadani (20) e Asllani sono giocatori molto posizionali e intelligenti tatticamente; il primo funge da schermo e si abbassa per impostare con i difensori, tenendo Asllani (21) sul centrosinistra che permette lo sganciamento del terzino sinistro Mitaj (3). Più libero di spaziare e di inventare, quasi da trequartista, Laci (14) con Bajrami che si accentra e apre spazi sulla sua corsia; Broja è un centravanti molto fisico ma anche tecnico, gli piace abbassarsi, muoversi in verticale e tra i due difensori centrali per sfuggire alle mercature. Non è stato convocato Cikalleshi, attaccante simbolo delle ultime annate.
Squadra molto fastidiosa, l’Albania porta sul piano di fisico e di intensità le partite, pur non disdegnando la preparazione tecnica dei suoi elementi, in grande crescita negli ultimi anni. Può però migliorare sulla presenza in area avversaria e contro squadre come Spagna, Croazia e Italia potrebbe fare ancora più fatica rispetto al girone di qualificazione, dove ha tenuto poco il pallone e ha calciato poco. Tendenzialmente la squadra di Sylvinho non ha una grande efficienza nel pressing, preferisce aspettare sulla linea di metà campo e intensificare lì le azioni difensive. Ecco alcuni dati raccolti durante il girone di qualificazione:
Possesso medio | 51% (21° tra le qualificate) |
Tiri x90′ | 8 (ultima tra le qualificate) |
Tocchi in area avversaria x90′ | 9,7 (ultima tra le qualificate) |
Intercetti x90′ | 36 (5° tra le qualificate) |
Passaggi concessi (PPDA) | 14,5 (penultima tra le qualificate) |
Giocatore chiave: Ramadani. Il mediano del Lecce è stato autore di una grande stagione, il faro sia per Gotti che per la sua nazionale. La capacità di smistare il pallone (soprattutto in orizzontale) e di mettersi al posto giusto lo rendono uno dei giocatori più importanti a livello tattico per Sylvinho. In basso vi facciamo vedere dove il classe ’96 riceve il pallone con il Lecce; il modo di giocare in Salento ricalca molto quanto fa in nazionale, viene così permesso ad Asllani di spostare la sua qualità almeno 10 metri più avanti:
Giocatore sorpresa: Muci (ma occhio anche ad Asani, esterno mancino che gioca a destra, ama rientrare e calciare da fuori, oltre che inventare per i compagni). Il trequartista classe 2001 del Besiktas, prelevato dal Legia Varsavia a gennaio, potrebbe essere una delle schegge impazzite dell’Albania e dell’intero torneo. 10 gol in stagione in tutte le competizioni, abile nell’1 contro 1, ha una potenza muscolare che gli permette di andare in progressione in campo aperto; riesce a calciare con entrambi i piedi, ha un ottimo tiro da fuori però a volte si specchia troppo e si perde. Gli piace galleggiare su tutta la trequarti, preferendo il centrosinistra. Può migliorare nell’ultimo passaggio, non riesce ad arrivare ad 1 a partita di media. In basso vi mostriamo la sua heatmap stagionale al Besiktas:
L’Albania darà filo da torcere?