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    Venezuela 1-2 Italia: bene Retegui, però…

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    L’Italia ha battuto (non senza sofferenze) il Venezuela a Miami ieri notte, offrendo una prestazione tra luci e ombre.

    Gli azzurri, ufficialmente schierati con un 3-4-2-1 con Frattesi e Chiesa alle spalle di Retegui, si sono dimostrati molto “camaleontici” somigliando, soprattutto in possesso, molto più ad un 3-5-2 con Bonaventura e appunto l’interista in due soluzioni: o larghi a prendere la corsia, dirottando Udogie e soprattutto Cambiaso dentro al campo, oppure sulla linea di Retegui come dei veri trequartisti, lasciando agire Chiesa più liberamente sull’out di sinistra come ormai ci ha abituati in questa stagione alla Juventus. La linea dei 3 difensori, composta da Di Lorenzo, Buongiorno e Scalvini, non ha garantito grande solidità, infatti Rondon molto spesso è riuscito a sfuggire al centrale del Torino sui lanci venezuelani, con l’atalantino che invece da terzo di sinistra non è riuscito a sfoderare il suo solito apporto offensivo.

    Fonte: WyScout.

    In fase di costruzione c’è molto da migliorare: trasmissione della palla molto lenta (indotta anche dall’ottima fase difensiva del Venezuela), soprattutto prima dell’ingresso di Jorginho, e qualche imprecisione di troppo come in occasione del gol di Machis, dove Donnarumma probabilmente forza il passaggio per Bonaventura che, spalle alla porta, non può fare altro che direzionare verso Di Lorenzo.

    Infine, analizzando il dato relativo al PPDA si vede come l’Italia mediamente abbia concesso pochissimi passaggi al Venezuela (addirittura 5,7 nel secondo tempo) prima di riconquistare il pallone; i sudamericani invece hanno preferito aspettare gli azzurri soprattutto nel primo tempo (viste le difficoltà in impostazione palesate anche dal gol del momentaneo 1-1, forse si è provato ad alzare l’intensità del pressing nel secondo tempo).

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