De Laurentiis ha avuto da ridire nei confronti di chi gli imputa come errato l’acquisto di Lindstrom, non tanto per doti tecniche, quanto per la (finora) difficoltosa collocazione tattica nel Napoli. All’Eintracht il classe ’99 agiva da doppio trequartista nel 3-4-2-1, con funzioni simili a quelle che aveva Kostic quando a Francoforte il tridente era completato da Haller e Jovic. Il danese infatti non è né un esterno né un trequartista puro, ma un giocatore con la qualità e la velocità di un’ala abbinata ai tempi di inserimento dell’interno di centrocampo, con capacità di spaziare su tutto il fronte d’attacco finendo spesso anche coi piedi sulla linea laterale.

Come osservabile dalle schede in basso (fonte: WyScout) in cui si prende a riferimento la partita giocata un anno fa contro l’Hertha Berlino, Lindstrom è un giocatore polivalente che ha bisogno di sentirsi libero e al centro di un progetto per esprimersi al meglio, pur essendo anarchico a livello tattico. Le prese di possesso e i passaggi avvengono tutti sul centrodestra e si rende disponibile su tutti gli ultimi 35 metri, in un calcio molto verticale come quello di Glasner, allenatore dei rossoneri lo scorso anno.

Se riuscisse a trovare minutaggio può essere un’arma per i partenopei per provare l’assalto al quarto posto. In questa stagione ha riempito poco l’area di rigore per un giocatore con le sue qualità e che negli anni precedenti ha segnato in media 5 gol a stagione.