Sarà il Bayern Monaco l’avversaria della Lazio negli ottavi di finale di Champions League. I bavaresi anche quest’anno sono tra i favoriti. 4-2-3-1 classico con un’interpretazione “volatile” (soprattutto con le assenze di Kimmich e Goretzka): Laimer gioca da terzino destro e viene molto dentro il campo scambiandosi la posizione con Pavlovic, Kane si abbassa molto per fare da rifinitore e trovare i tre trequartisti in profondità. La vera “liquidità” dei principi di gioco di Tuchel sta nell’occupazione degli spazi di Guerreiro (tornato a metà novembre dopo un inizio di stagione tormentato), che ha piena libertà di svariare sia in mediana per dare la costruzione 2+2 che nel terzo offensivo per creare tanti 3v2 accompagnando Muller e Musiala. Nelle figure 1 e 2, l’heatmap stagionale dell’ex Borussia Dortmund nelle sue 5 presenze e quella della partita vinta col Wolfsburg il 20 dicembre.
I tedeschi sono una squadra che approccia e finisce bene le partite: è prima per gol nei primi 15 minuti (8) e seconda solo allo Stoccarda per gol negli ultimi 15 (9) sui 41 stagionali. Terza per passaggi verticali riusciti (1000 in meno della squadra di Xabi Alonso), crea 10 occasioni chiave a partita. Il Bayern vince più dribbling di tutti nonostante i continui problemi fisici di Gnabry e Coman.
A Tuchel piace molto difendere alto, anche grazie a Upamecano e Kim che riescono senza difficoltà a coprire 50 metri di campo: le azioni difensive del Bayern avvengono mediamente a 21 metri dalla porta (prima in Bundesliga, dato altissimo; fonte FBREF).
Così il Bayern sembra una squadra imbattibile, ma cosa può fare la Lazio per provare a vincere? Spesso i bavaresi fanno fatica a mantenere corti i reparti e dare man forte ai due mediani, quindi creare la superiorità numerica in mezzo alzando i terzini in impostazione affinchè diventi un centrocampo a 5 può essere la chiave, per poi colpire attraverso il palleggio e le verticali improvvise soprattutto dal lato di Davies.