Lazio-Inter è da sempre una partita dai mille colpi di scena: dal gol allo scadere di Caicedo di qualche stagione fa (con Inzaghi in panchina), allo scudetto del 2002 del pianto di Ronaldo. L’attualità però dice che la Lazio è molto altalenante in Serie A e cerca continuità, mentre l’Inter ha bisogno di tenere lontana la Juventus. Snoccioliamo alcuni dati sulla sfida: il “Biscione” esegue molti più tocchi nel settore di sinistra che in quello di destra (figura 1), caratteristica rintracciabile sia nella tendenza di Bastoni e Dimarco a portare molto la palla rispetto a Pavard/Darmian e Dumfries, sia nel modo di attaccare dei nerazzurri che, generalmente, costruiscono a sinistra per chiudere l’azione a destra sui tagli profondi del quinto. Dovrà quindi essere molto bravo Marusic a non dare profondità alle sue spalle.

I cambi di fronte e la capacità di sfruttare l’ampiezza sono due tratti fondamentali dell’impianto tattico dell’Inter, che infatti cambia gioco quasi 9 volte a partita e grazie ai suoi interpreti è anche molto precisa. I nerazzurri completano quasi tutti i lanci lunghi in orizzontale (ben oltre il 94%): questo potrebbe creare problemi alla squadra di Sarri, che ama stare molto stretta e compatta. Le scalate coi tempi giusti sui quinti diventeranno il termometro del match.